— soltanto 18 archivi su 45 dispongono di lettori di videonastri e 3 altri se ne stanno procurando; — nessuna cineteca beneficia di alcun guadagno poiché le entrate sono inferiori o pari alle spese. Le cineteche in Italia Il sistema delle cineteche italiane non appartiene sfortunatamente al gruppo di quelle che, come emerge dalle indagini citate, sono in via di modernizzazione e di incentivazione delle attività di diffusione. Un certa chiusura verso l’esterno ed il conseguente dominio della conservazione sulla proiezione, caratterizzano nettamente la realtà delle cineteche italiane. Esse infatti, pur avendo una lunga e prestigiosa storia alle spalle e pur disponendo di raccolte di film di tutto rispetto, sembrano escludere una concezione allargata del proprio ruolo di ente culturale preposto oltre che alla conservazione, alla diffusione e alla divulgazione di una vasta cultura dell’immagine. La volontà dominante è ancora quella di conservare la pellicola originale dei film limitandone la fruizione a pochissimi: scelta che, peraltro non appare irragionevole quando si pensi alle carenze strutturali in cui le cineteche si trovano ad operare. Così, nessuna cineteca italiana dispone di un servizio che consenta una regolare visione individuale dei film, indispensabile per una più attenta lettura; nelle sue biblioteche, luoghi in cui è relativamente facile accedere, si può osservare come anche la catalogazione e conservazione del materiale bibliografico proceda con lentezza e difficoltà rendendo più ardua l’attività di ricerca; gli stessi rapporti annuali che i membri della FIAF devono presentare, sono redatti dalle cineteche italiane in modo alquanto laconico e generico, lasciando trasparire vuoti e problemi organizzativi e gestionali. Di tale carente situazione generale soffre non solo il processo di diffusione e crescita culturale generale ma anche, sovente, l’attività di studio e di ricerca. Diverse e complesse sono le cause che concorrono a determinare lo stato di relativa arretratezza in cui si trova il sistema delle cineteche italiane, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di scarsa propensione alla diffusione e di immobilismo gestionale ed organizzativo. Una prima serie di motivi sarebbe da ricercare in lacune di tipo istituzionale e normativo. Il sistema delle cineteche esistenti, siano esse pubbliche, private o miste, si trova a dover operare in condizioni di relativo isolamento e disordine legislativo in quanto non esiste ancora alcuna legge nazionale che, magari classificando gli audiovisivi come beni culturali, proponga una disciplina ed una autorità di riferimento unico per l’insieme degli operatori italiani, coordinandone 27