pendice 2). Il problema non sta dunque nella conservazione, ma caso mai nella utilizzabilità di questo materiale, attraverso efficienti «interfacce» col pubblico. Di qui è nata la scelta della mediateca come iuogo in cui la dimensione dell’uti-lizzo è premiata su quella della conservazione, già garantita «a monte».
In secondo luogo, la presenza di un contesto conservativo-diffusivo piuttosto efficiente specializzato in alcuni generi di immagine, quali ad esempio il cinema fiction, la produzione televisiva nazionale, la produzione audiovisiva di rilevanza storico-artistica (su cui opera ad esempio la Videoteca Municipale di Parigi), ha fatto sì che la scelta dei progettisti della Mediateca de La Villette si appuntasse su un settore ben preciso ad esclusione di altri; quello della informazione sui temi della scienza e della tecnologia, accomunando in questo campo produzione scritta e produzione audio-visiva.
Ambedue le scelte non sembrano replicabili in un contesto italiano. In effetti non si può trascurare la necessità di affiancare le esigenze di conservazione e reperimento attivo (o «salvataggio») del materiale a quelle dell’utilizzabilità, dato il lamentevole stato in cui versano in Italia le istituzioni preposte a questi compiti (si vedano su questo punto i testi dell’appendice). Né appare opportuna una scelta disciplinare troppo vincolante, per le stesse ragioni: se, ad esempio, si volesse realizzare una mediateca a vocazione «storico-sociale», non si potrebbe pensare che siano altri ad occuparsi, ad esempio, del cinema fiction, che pure rappresenta un complemento essenziale al materiale documentaristico.
Al contrario, non appare opportuno dilatare il materiale di raccolta fino ad includervi libri e periodici (che non siano strettamente di referimento), visto che, per quanto insoddisfacente, la situazione nel campo della raccolta e diffusione della informazione scritta è pur sempre migliore di quella relativa al prodotto audio-visivo.
Ciò vuol dire che una futura mediateca italiana dovrà accettare alcuni compiti di «supplenza», che non sarebbero strettamente attinenti ad un ruolo di mera diffusione, e dovrà altresì accettare una certa interdisciplinarietà, per non parlare di eclettismo, nelle scelte di contenuto.
Rapporti con le cineteche________________________________________
Tenendo conto degli aspetti propri al contesto italiano, qualcuno potrebbe suggerire una struttura che integri totalmente funzioni e servizi propri ad una cineteca con quelli di una mediateca, realizzando un continuum tra film, supporti magnetici o in prospettiva digitali, ed utente.
11