in Adriatico a chiusura di bacino ammontava a 42,6 miliardi, si deve dedurre che all’incirca un sesto di questa acqua è stata prima utilizzata e poi sversata assieme a quantità più o meno elevate di sostanze inquinanti. Questa valutazione non tiene ovviamente conto delle quote depurate e dei ricircoli, ma nemmeno di altre forme di inquinamento diffuso prodotto dal drenaggio del suolo e dal dilavamento dell’atmosfera. Questo dato suggerisce la dimensione dell’impegno richiesto per il risanamento (tab. 5.2).
Tabella 5.2.
Carico annuale di sostanza organica, nutrienti e metalli in forma solubile per i principali fiumi italiani.
Fonte. Ministero Dell’Ambiente, Relazione sullo stato delVambiente, Roma, 1989, p. 88.
       Sostanza organica           Nutrienti                 Metalli pesanti       
            TOC COD       TKN      P04 ---P     TP    Cadmio Piombo     Cromo Rame 
       1000 t/a 1000 t/a  1000 t/a 1000 t/a  1000 t/a t/a    t/a       t/a    t/a  
Po        217,5 700,1       81,8   3,5         10,9   2,3    16,2        34,8 30,1 
Adige      19,6 67,5           7,7 0,4         1,2    0,4    1,7       4,4    4,6  
Tevere     39,2 157,4         20,2 1,9         3,2    0,6    2,9       7,0    3,6  
Arno       12,7 58,2           4,6 1,0         1,8    0,2    0,3       2,4    1,0  
totale    289,0 983,2        114,3 6,8       17,1     3,5    21,1        48,6 39,3 
TOC: Carbonio Organico Totale • TKN: Azoto totale (metodo Klidahl) - P04 — P: Fosforo ortofosfato - COD: Domanda chimica di ossigeno TP: Fosforo totale
                                 Per definire l’ordine di misura dei carichi inquinanti generati nel territorio padano e sversati nei corsi d’acqua di questo reticolo idrografico, si può ricordare che il carico in materia organica trasportato dal Po in Adriatico viene valutato in oltre 110.000 t/anno. Questo carico comporta una richiesta di ossigeno disciolto nelle acque pari a circa 140.000 t/anno.
                                 Per quanto concerne i carichi provenienti dalle attività industriali si può far riferimento al parametro della “popolazione equivalente”, prendendo come unità di misura l’inquinamento standard prodotto da un abitante, che va moltiplicato per i coefficienti specifici a seconda delle diverse attività e per il numero di addetti. Risulta così che nel bacino il rapporto tra la popolazione equivalente industriale e quella residente è di 4:1, rispetto ad un valore medio nazionale stimato in 2,5:1.
                                 Al carico organico derivante dagli usi domestici e dalle attività industriali vi è da aggiungere quello connesso alle attività zootecniche (allevamenti industriali), pari a circa 60 milioni di abitanti equivalenti. Inoltre i carichi di fosforo e di azoto (principali artefici dell’eutrofizzazione), sversati annualmente nei corpi idrici dalle diverse fonti di generazione, risultano rispettivamente 10.7001 e 80.5001. Il contributo maggiore alla formazione di questo carico inquinante sembra dovuto per il fosforo, alla popolazione residente e alla zootecnia, mentre per l’azoto al suolo coltivato (tab. 5.3).
                                 Il destino ultimo di questa miscela di sostanze è l’Adriatico, la cui morfologia è caratterizzata da una ridotta profondità media e che riceve, solo attraverso il Po e l’Adige, un terzo delle acque dolci che si sversano nell’intero bacino. Il limitato volume complessivo del bacino ricevente, l’ampia fluttuazione dei flussi termici alla superficie e il ridotto spessore della sua colonna d’acqua, sono tutti fattori che condizionano la distribuzione in mare di questi carichi inquinanti veicolati dalla terra ferma. L’impatto maggiore di questi carichi è lungo la costa, proporzionale all’intensità e alla natura dei carichi stessi.
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                                  Il fiume e il mare