del totale e dal trentaquattresimo al trentacinquesimo posto. Con le difficoltà finanziarie seguite al crollo nel 1986 del prezzo del petrolio, sono precipitate sia la quota (dal 2,4 allo 0,9 %) sia la posizione in graduatoria (dal decimo al trentesimo posto) dell’Algeria. Uno squilibrio di dimensioni analoghe si manifesta nelle importazioni. L’Unione Europea è il fornitore principale dei paesi maghrebini: nel 1993 il 65 per cento delle importazioni maghrebine proveniva dall’Unione Europea (62,64 e 69%, rispettivamente, in Algeria, Marocco e Tunisia). All’opposto, i paesi maghrebini sono fornitori modesti per 1’Unione Europea, anche se negli ultimi anni i paesi maghrebini più avanzati nel campo delle riforme economiche hanno ampliato la loro quota del mercato europeo. Il Marocco e la Tunisia hanno infatti migliorato la loro graduatoria (passando, tra il 1980 e il 1994, rispettivamente dal quarantaduesimo al trentaduesimo e dal quarantunesimo al trentacinquesimo posto) e accresciuto la propria quota percentuale nelle importazioni extracomunitarie dell’Unione Europea (rispettivamente dallo 0,5 allo 0,7 e dallo 0,5 allo 0,6%). Data la diminuzione del prezzo intemazionale degli idrocarburi, l’Algeria ha invece subito una riduzione della quota (dall’1,6 all’1,1%) e un calo in graduatoria (dal diciassettesimo al ventiseiesimo posto). Complessivamente, i tre paesi maghrebini hanno fornito nel 1994 soltanto il 2,4 per cento delle importazioni dell’Unione Europea dai paesi extracomunitari. Un confronto con altri paesi in via di sviluppo evidenzia i limitati progressi dei paesi maghrebini nelle relazioni commerciali con l’Unione Europea. Come prevedibile, i paesi in via di sviluppo asiatici hanno realizzato i progressi più brillanti. Ad esempio, tra il 1980 e il 1994 la Cina è passata dal trentesimo al sesto posto tra i fornitori extracomunitari dell’Unione Europea e dal ventinovesimo all’ottavo posto tra i suoi clienti extracomunitari. Progressi assai rilevanti sono stati realizzati anche da molti altri paesi in via di sviluppo asiatici, ma vale la pena di evidenziare i risultati, migliori di quelli dei paesi maghrebini, di altri due paesi mediterranei: tra i fornitori extracomunitari dell’Unione Europea, la Turchia è passata (sempre tra il 1980 e il 1994) dal quarantottesimo al diciassettesimo posto e Israele dal trentaseiesimo al trentesimo posto. Tra i clienti extracomunitari dell’Unione Europea, la Turchia è passata dal ventisettesimo al quindicesimo posto e Israele dal trentatreesimo al quattordicesimo posto. Questi confronti mostrano che, nonostante i progressi nelle riforme economiche strutturali, i paesi maghrebini sono in ritardo rispetto ad altre aree in via di sviluppo: il tema sarà trattato nel capitolo 2. 3. Gli accordi di cooperazione con i paesi maghrebini e il sostegno finanziario comunitario Le relazioni dell’Unione Europea con i paesi maghrebini si sono basate sugli accordi di cooperazione entrati in vigore nel 1978 e adeguati nel 1982 e nel 1988, con l’approvazione di protocolli aggiuntivi, all’ingresso nell’Unione Europea di altri paesi mediterranei (la Grecia nel 1981, il Portogallo e la Spagna nel 1986). Gli accordi di cooperazione offrono un trattamento preferenziale per le esporta- 8