Tra pensiero corto e impegno paese le vede soggette a un carico di lavoro casalingo ancora fortemente predominante rispetto a quello maschile, ma dall’altro sono anche poste sistematicamente di fronte alla paura di non essere all’altezza dei propri compiti, a ciò indotte dal valore della responsabilità individuale cui sono tradizionalmente socializzate. Forse anche per queste ragioni le giovani donne sono maggiormente costrette ad accettare lavori meno garantiti che le imprigionano in posizioni o sacche del mercato del lavoro meno innovative e che meno consentono di perseguire uno sviluppo professionale nel tempo. Gli uomini, al contrario, possono permettersi di rifiutare lavori che possano pregiudicare gli sviluppi della loro carriera o che li costringano a situazioni di continua flessibilità o scarsa retribuzione. Ancora una volta pare che le disuguaglianze di opportunità che segnano il mercato del lavoro finiscano per creare aspettative e mappe cognitive di riferimento adatte alle caratteristiche del mondo in cui i soggetti si trovano a operare. Si innescano circuiti di retroazione cognitiva per cui gli individui non riescono a percepire tutte le alternative possibili e prefigurano solamente quelle che appaiono più percorribili per loro, condannandosi a seguire i sentieri segregati di cui hanno esperienza. Le donne cedono, quindi, più facilmente a un’offerta di lavoro in ambiti meno vantaggiosi e a condizioni meno garantite, sia perché vi sono indotte dalle pressioni del loro doppio ruolo di lavoratrici e care gi-vers familiari, sia perché concepiscono questo sentiero come il più praticabile. Le rappresentazioni sociali del fenomeno finiscono per plasmare preferenze differenziate alimentando così la riproduzione di circuiti di svantaggio. In altre parole, le diseguali percezioni delle proprie potenzialità finiscono per esercitare il ruolo di veri e propri fattori di riproduzione delle disuguaglianze. Oltre al genere, anche l’esperienza sul mercato del lavoro segna alcune differenze di valutazione (tabella 3.16.A). Chi è ancora studente, infatti, è più attento alle opportunità di carriera e crescita professionale, nonché alla congruenza fra le sue qualificazioni, le sue competenze e quelle previste dalla mansione offerta. Coloro che, invece, hanno già avuto almeno un’esperienza lavorativa valorizzano soprattutto la stabilità e la vicinanza del lavoro, per non dover sacrificare la famiglia. Dobbiamo nuovamente ricordare che questi effetti possono essere frutto di una combinazione fra la minore età e la maggiore scolarizzazione di coloro che non hanno ancora avuto accesso al mercato del lavoro.