Maria Luisa Bianco, Flavio Ceravolo va di operare scelte di lungo termine. Quando questa logica di funzionamento della produzione e, in ultima analisi, della società entra in crisi, si affacciano sempre più minacciosi i confini dell’incertezza che invade tutte le dimensioni della vita individuale. All’incertezza sistemica dei nostri tempi fa eco il concetto di pensiero corto più volte richiamato che, nel dibattito scientifico, si associa a quello di tempo corto (Cavalli 1985; Leccardi 2005). L’imprevedibilità degli sviluppi di lungo termine delle scelte e il venir meno del-l’ordine normato delle tappe di transizione alla vita adulta hanno modificato in maniera sostanziale i fondamenti stessi dei modi di scelta. Tuttavia non necessariamente l’impossibilità di fare progetti di lungo periodo comporta l’incapacità o l’inutilità di fare investimenti. I giovani dotati di risorse culturali migliori, di competenze riflessive sofisticate, pur non elaborando progetti complessi la cui realizzazione sanno di non essere in grado di controllare, seguono delle sorte di linee guida per organizzare la loro traiettoria di vita. Non definiscono una meta precisa e una scansione articolata di tempi per raggiungerla, ma tuttavia scelgono una rotta, che si ingegnano a seguire. Hanno dunque una propria idea di futuro, del loro futuro, sanno in qualche modo chi vorranno essere, mentre molto più complesso risulta immaginare che cosa saranno, quale identità pubblica potranno esibire (Crespi 2004; Rampazi 2005). Le ricerche hanno mostrato che questo particolare rapporto con il tempo è presente fra i giovani uomini più scolarizzati, mentre riguarda poco le donne, perché queste ultime devono comunque fare i conti con la naturalità di eventi imprevedibili e repentini in grado di sconvolgere la loro esistenza. Per tutte il pensiero della maternità rende difficile perfino scegliere la rotta, darsi appunto delle linee guida, di cui non ne sanno valutare la compatibilità. Ma anche l’innamoramento gioca un ruolo diverso che per gli uomini, perché analogamente alla maternità le donne accettano che esso possa cambiare completamente la direzione di una vita. È probabilmente per questo motivo che nelle loro mappe cognitive danno largo spazio al ruolo del destino, o più propriamente del caso. Fare progetti è inutile e al limite frustrante e dannoso per l’immagine di sé, visto che vincoli esterni ingovernabili e soprattutto la fulmineità del caso possono intervenire in qualsiasi momento a sparigliare le carte. Ecco allora che è meglio ricorrere a progetti di brevissimo periodo, che vanno poco più in là del presente, concentrando la 58