Focus: La crisi del welfare tratti aziendali di imprese medio-grandi contempla- forma di sanità integrativa. Un milione circa aderisce no forme di assistenza integrativa che sostituiscono al sistema mutualistico. aumenti di salario diretto con contributi versati dai Se si confrontano le dimensioni economiche del se- datori di lavoro per pagare prestazioni socio-sanitarie condo welfare con quelle del dibattito sulla crisi del definite da schemi di tipo assicurativo. A far crescere welfare e con i tanti discorsi sulle possibili alternative questa componente del secondo welfare contribui- si potrebbe dire: tanto rumore per nulla. In realtà è scono anche gli enti bilaterali attivi soprattutto in al- dato così facilmente per scontato che i processi di cune categorie, che consentono di estendere que- superamento della crisi debbano andare nelle due ste forme di assistenza integrativa anche a lavoratori direzioni indicate (con preferenza per l’una o per di piccole aziende o di settori privi di copertura. L’altra anima del secondo welfare è rappresentata dal sistema mutualistico, che dopo quasi cinquant’anni di oblio sta vivendo una stagione di rinascita grazie ad alcune società storiche di mutuo soccorso che si sono specializzate nell’offrire servizi socio-sanitari ai propri soci e ad una ventina di nuove mutue. Le prestazioni fornite sono molto differenziate da caso a caso e vanno da pochi interventi soprattutto di tipo assistenziale a erogazione di servizi sanitari alternativi a quelli offerti dal sistema sanitario pubblico. Mentre gli schemi assicurativi sono legati strettamente ai contratti di riferimento (un lavoratore che si licenzi o perda il posto perde automaticamente anche l’assicurazione), le mutue non adottano criteri selettivi al momento dell’adesione e non la revoca- l’altra impostazione a seconda dell’orientamento culturale, più o meno favorevole a logiche di mercato piuttosto che a logiche solidaristiche) che la questione merita seri approfondimenti. E, soprattutto, richiede che la ricerca abbandoni il terreno meramente descrittivo che ha praticato finora per porsi alcune domande, forse irriverenti, ma utili per non dare per scontato il senso comune che si è affermato negli ultimi anni e per comprendere se, e in che senso, il secondo welfare offra soluzioni ai problemi di costo e appropriatezza che il welfare pubblico ha incontrato. La prima domanda potrebbe essere così formulata: tra le prestazioni fornite dai sistemi assicurativi e mutualistici quali costituiscono un significativo alleggerimento dei costi della sanità pubblica offrendo prestazioni appropriate che il pubblico non può offrire? E quali prestazioni invece impoveriscono il sistema no se non su richiesta dei soci che sono contempo- pubblico, a cui resta per intero l’onere di fornire le raneamente azionisti e clienti e agiscono secondo prestazioni più specializzate e costose che la sani- logiche solidaristiche. Si tratta inoltre di organizzazioni tà integrativa non offre? O, addirittura. alimentano non profit con l’obbligo di non distribuire gli utili. quel famoso consumismo sanitario, additato da mol- Attualmente, in Italia, il SSN copre il 78% della spesa ti come una delle cause dell’aumento dei costi della sanitaria. Del 22% che resta a carico dei cittadini il sanità? 18% è coperto da assicurazioni e mutue. Il restante Un secondo ordine di questioni riguarda gli utenti. 82% da spesa diretta delle famiglie (out of pocket). Quali gruppi sociali sono in grado di accedere a for- Si stima che il 15% degli italiani fruiscano di qualche me di sanità integrativa in un contesto di progressiva i n f o r m a i r e s , a n n o xxV i , n . 5 1 , d i c e m b r e 2 0 1 6 9