me, una risposta parziale ma organica ai problemi posti dall’onda tecnologica è il compito che la Fondazione Agnelli si è posta con questo programma. Come abbiamo visto, le aree che ovunque nel mondo si rivelano maggiormente capaci di «dialogare» con l’onda tecnologica sono quelle poche metropoli già dotate di robuste spalle industriali e finanziarie, tecnologiche e culturali: così come non si improvvisa una cultura industriale tantomeno si improvvisa una cultura dell’innovazione tecnologica, e certo una esperienza fallimentare nell’ambito dei settori tradizionali non depone a favore della capacità di gestire i settori innovativi. Le aree metropolitane forti, da questo punto di vista, sono davvero pochissime in Italia. Più di un anno fa abbiamo identificato in Torino una di queste aree, e non solo i lavori successivi, ma una significativa sequenza di pareri convergenti hanno confermato questa conclusione. È dunque naturale che le proposte che faremo siano esplicitamente ritagliate su Torino: non per un campanilistico omaggio alla città dove la Fondazione ha sede, ma in una ottica effettivamente nazionale che si ponga come obiettivo l’uso più corretto delle risorse. Un primo tema si intreccia direttamente con l’onda tecnologica ed è quello della produzione e della diffusione delle innovazioni: il lavoro svolto in proposito approfondisce i ruoli che le strutture scientifiche, tecnologiche, industriali e finanziarie debbono svolgere per ottimizzare il ruolo propulsivo della città. Le proposte che avanziamo individuano un largo ambito di azione rispetto al quale interlocutori privati, operanti sul lato del mercato, possono fare un lungo tratto di strada da soli; si tratta infatti in parecchi casi di dare vita ad innovazioni organizzative, più che a infrastrutture. Tra le prime vanno segnalate le possibilità di istituzionalizzazione dei contesti di scambio o interazione già esistenti, con conseguenti miglioramenti nelle possibilità di trasmissione di informazione, di «monitoraggio» delle opportunità, e così via. Rientrano in questa categoria, ad esempio, sia una possibile «Borsa in conto terzi innovativo», sia una «Associazione dell’alta tecnologia». Ma anche nei punti in cui si configura l’opportunità di veri e propri interventi infrastrutturali lo stesso livello raggiunto dal progresso tecnologico garantisce la possibilità di soluzioni «leggere», a costi contenuti. Le principali proposte, dell’uno e dell’altro tipo, possono essere così sintetizzate: 1. Società di brokeraggio tecnologico: si propone una struttura che ha lo scopo di favorire ed assistere lo sviluppo di imprese ad elevato contenuto tecnicoscientifico, funzionando da interfaccia (appunto, da broker) nei confronti del contesto tecnologico e finanziario mondiale, ed operando attraverso la ricerca e la selezione di idee tecnologico-manageriali innovative, come pure di