Cap. 3. IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO 1. Il i convegno nazionale Volendo periodizzare la storia dei consigli di gestione, si può considerare chiusa la prima fase con l’estate del 1946; questa fu caratterizzata dalla nascita e dall’estendersi del movimento, dalle gestioni commissariali-operaie dei mesi immediatamente successivi alla liberazione, dall’impostazione teorica del discorso sulla partecipazione operaia, dalle prime realizzazioni concrete e dalla ratifica dei primi accordi tra il capitale e il lavoro. Fu la fase politicamente più aperta a soluzioni positive verso la stabilizzazione dell’esperienza. Le possibilità offerte dal momento favorevole (lo spirito della Resistenza, la volontà di rinnovamento, la debolezza degli industriali, il governo Parri, tutto ciò insomma che rappresentò l’estate del 1945 per gli uomini che uscivano da due anni di lotta contro il nazi-fascismo) non riuscirono però a concretizzarsi: l’opposizione degli alleati, la crisi economica, la forza di conservazione del vecchio sistema, l’opposizione della Confindustria, la sottile e coperta resistenza dei liberali e dei democristiani, gli errori degli stessi partiti sostenitori dei consigli, la confusione, l’incertezza, la disorganizzazione e anche l’incapacità caratteristica del primo periodo del movimento consiliare impedirono uno sbocco positivo. Il passare del tempo rafforzò l’opposizione; se il movimento consiliare divenne in seguito più organizzato e precisò meglio i propri scopi, tuttavia la normalizzazione di De Gasperi significò la vittoria di un certo tipo di ricostruzione entro cui non c’era spazio per la partecipazione operaia. A questo proposito Sergio Turane, commentando la fine dei 79