conformità con le norme costituzionali, aveva impegnato la propria responsabilità. Al Senato la convenzione è stata adottata con 221 voti a favore, nessuno contrario, l'astensione dei senatori comunisti, mentre 30 senatori gollisti su 32 hanno preso parte al voto. Anche alla Camera dei Comuni britannica il principio dell'elezione europea ha raccolto una grande maggioranza: 381 voti a favore, 98 contrari e 105 astenuti. Tutti questi fatti mettono in luce come il passaggio a una nuova fase dell'integrazione europea (quella politica) si sia affermato con il consenso della grandissima maggioranza delle forze politiche. Analogamente, la fase economica era iniziata malgrado l'opposizione o l'astensione di gran parte delle forze di sinistra, le quali però, in un secondo momento, hanno mutato atteggiamento, decidendo di operare all'interno della Comunità per trasformarla. Con lo sviluppo dell'integrazione europea il numero delle forze europeistiche è continuamente cresciuto, tanto da potere oggi affermare che il grosso delle forze politiche non solo accetta l'integrazione europea, ma è anche favorevole alla trasformazione democratica della Comunità, e partiti che ancora recentemente si erano dichiarati ostili a qualsiasi sviluppo dell'unificazione europea, come i gollisti e i laboristi, si sono divisi al momento del voto. Parallelamente, l'influenza internazionale della Comunità è cresciuta a tal punto da costringere l'Unione Sovietica, che ne aveva preconizzato la disgregazione, a riconoscerne la realtà, mentre gli Stati Uniti, di fronte al rafforzamento e alla competitività dell'economia dell'Europa occidentale, hanno rimesso in discussione il loro sostegno all'unificazione europea. Grandi movimenti politici e grandi potenze hanno quindi dovuto mutare la loro posizione di fronte al dinamismo dell'integrazione europea, che è sospinta da una forza storica, più forte della volontà di qualunque governo e di qualunque partito, la forza che si sprigiona dall'evoluzione del modo di produrre. Essa impone a tutti i settori della vita sociale una dimensione molto più ampia di quella delle nazioni tradizionali. Si tratta dunque di un processo di cambiamento che si può accelerare o ritardare, non accettare o respingere. Ciò non implica che la federazione sia l'unico possibile sbocco dell'integrazione europea. Ma è certo che la lotta per raggiungere questo obiettivo, dopo l'acquisizione 40