ste pagine Leo Tindemans « il Parlamento, anche se eletto direttamente, sarà l'erede di 25 anni di lavori sterili e avrà da rimontare la corrente prima di potersi affermare pienamente ». Il fatto è che non si può parlare di legittimazione per un sistema « invisibile ». Al momento attuale il PE non chiede comportamenti particolari ai cittadini europei, né peraltro offre loro servizi, entro certi limiti neppure « servizi simbolici ». Le elezioni costituiscono un modo per migliorare la visibilità della istituzione, ma non sono sufficienti. Afferma Fellermaier che se il fatto innovativo dovesse risolversi soltanto in una consultazione elettorale paneuropea ci troveremmo di fronte « ad una manifesta manipolazione per rabbonire i cittadini europei ». I punti su cui sarà necessario insistere ( per quanto riguarda l'azione del PE) saranno soprattutto due: l'efficienza e la capacità di costituire un apparato simbolico, di creare una tradizione. Certo il PE rappresenta e rappresenterà un caso di autorità sovranazionale e non certo carismatica o sacrale. Tuttavia la necessità di un coinvolgimento non semplicemente utilitaristico, ma anche etico ed emotivo delle popolazioni europee nei confronti delle istituzioni centrali non sembra né superata né secondaria. L'esperienza della vita pubblica italiana dimostra come una democrazia non possa fare del tutto a meno della dimensione morale, di quella che gli antichi avrebbero chiamato « virtù ». Il nuovo « contratto sociale » che darà vita all'Europa avrà effetti trascurabili se non si legherà ad una maturazione politica e culturale che gli conferisca una dimensione etica. In sostanza, l'unica possibilità di crescita del processo di integrazione si fonda su di un duplice sviluppo: la crescita di una società civile europea che si percepisca come un « tutto », offrendo il substrato per una efficace azione costituente, e un ruolo attivo del Parlamento europeo, che sappia sfruttare ogni occasione fornitagli dallo sviluppo delle relazioni inter-europee, a livello statuale e sub-statuale. « È proprio nell'interesse dei parlamenti nazionali — sostiene Fellermaier — che il controllo del Parlamento europeo si faccia valere là dove loro stessi, in virtù 9