Christian de la Malène, Presidente del Gruppo dei democratici europei per il progresso del Parlamento europeo (Rassem-blement pour la République, Francia). 1. Il Parlamento europeo deve innanzitutto esercitare in modo più completo i poteri che gli derivano dai Trattati e dagli atti che successivamente li hanno completati. Si tratta in particolare del suo potere di controllo sulla Commissione delle Comunità, previsto fin dall'inizio, e del dialogo permanente che si è stabilito, specialmente in questi ultimi anni, col Consiglio dei Ministri. D'altra parte, sul piano della cooperazione politica, quest'ultimo dovrà rafforzare il dialogo che si è stabilito con la nostra Assemblea. Sul piano del controllo parlamentare continuo si noterà che il Parlamento europeo, col gioco delle interrogazioni (interrogazioni orali con o senza discussione, interrogazioni di attualità, interrogazioni scritte) ha, fin da ora, la facoltà di interrogare e quindi di controllare in certi settori tanto il Consiglio e la Commissione quanto la Conferenza dei Ministri degli Esteri. Ma il controllo è destinato a svilupparsi soprattutto nel campo del bilancio, dove il finanziamento della Comunità è assicurato dalle risorse proprie. Questo non risultava evidente fino a una data molto recente, quando le spese « obbligatorie » (essenzialmente agricole) rappresentavano l'80% del bilancio. Ora, su questo genere di spese il Parlamento europeo non esercita che un controllo ridottissimo. 88