del diritto comunitario, hanno perso attualmente le loro possibilità di controllo ». In ogni caso, è la stessa natura dei problemi che i partiti europei si propongono ( nei loro congressi, nei loro programmi ) di affrontare a postulare un ampiamento dei poteri del Parlamento. Se non vogliamo pensare che i programmi siano altrettanti esempi di wishful thinking, dobbiamo pensare che i partiti europei siano ben consapevoli della necessità di queste innovazioni istituzionali. Basta inoltre riflettere sulla dimensione globale dei problemi che le nostre società stanno affrontando per comprendere quali possibilità si aprano per un organismo dotato di veri poteri decisionali che superi i limiti dello Stato nazionale e dei suoi organi. Ci sono innanzitutto i problemi rispetto a cui i Paesi europei si trovano a condividere le stesse difficoltà. Si pensi, in una dimensione essenzialmente economica, ai rapporti con il Giappone, con i fornitori di energia e in generale con il cosiddetto Sud del pianeta. Non si tratta solo di trovare comuni linee di politica estera: tutti questi problemi presuppongono che la Comunità, e per essa l'organo rappresentativo per eccellenza, possa presentare una chiarezza di indirizzi, espressione di un libero confronto tra le forze politiche oltreché tra gli interessi nazionali. Chiaramente il settore della politica economica, ed in particolare quello della politica industriale, sono, da questo punto di vista, del tutto prioritari. E non si può nemmeno credere, a questo proposito, che sia pienamente realizzata l'unità del mercato: da un lato essa è troppo spesso soggetta a spinte devianti, dall'altro gli intrecci tra politiche interventiste e mercato fanno sì che, in presenza di una pluralità di indirizzi politici di sviluppo nazionali, il solo abbattimento delle barriere formali sia una unificazione mutilata. In secondo luogo vengono i problemi collegati in altri modi a dimensioni sovra-nazionali: penso alla tutela dell'ambiente, visto che l'inquinamento non conosce confini di stato, alla pianificazione del territorio, su cui non possono non influire le massicce emigrazioni interne a dimensioni continentali (si pensi 10