rente idealistica nei farneticamenti, culturalmente risibili, ma drammaticamente reali dello stato etico inteso come retorica volontaristica ed ideologia di massa.
Ma tutto questo non viene compreso chiaramente dalle stesse classi borghesi, agrarie, finanziarie e industriali di fronte al rassicurante ritirarsi del grande moto di rinnovamento radicale che l'esperienza della guerra aveva fatto sorgere nelle classi subalterne estendendone i momenti e la qualità di aggregazione politica. Sull'onda del pericolo straniero si erano fatte molte promesse ai contadini e agli operai a cui toccava di difendere la patria nelle trincee. Una di queste, forse comprensibilmente la più popolare, era stata quella della terra ai contadini. Tutto ciò non era stato dimenticato. Anche alcuni settori della piccola borghesia dall'esperienza tragica della prima guerra moderna che avesse coinvolto l'Italia, avevano maturato profonde affinità con degli ideali di rinnovamento e di democrazia. Tutto ciò innesca anche processi di rilevante significato culturale e politico; basti pensare all'esperienza gramsciana dei consigli di fabbrica a Torino e al sorgere del partito comunista come scissione a sinistra del partito socialista ormai disaggregato ed ideologicamente frantumato anche per quanto riguarda la sua presenza nelle organizzazioni di massa.
In questa situazione il fascismo è appoggiato e promosso, in un primo tempo per mancanza di meglio e tatticamente; in un secondo tempo accettato come il male minore anche da quei grandi industriali che, pur sentendo la necessità di ridurre il peso contrattuale della classe operaia, avevano sperato fino all'ultimo in soluzioni di tipo giolittiano. La stessa Chiesa garantirà solo in un secondo tempo il suo totale appoggio al regime, che troverà piena espressione nella firma del Concordato che risolve storicamente la ormai quasi secolare frattura fra Stato italiano e Chiesa cattolica. Importanti settori dell'apparato statale, insieme agli agrari della valle padana danno invece fin dall'inizio un supporto fondamentale al movimento fascista. Che cosa si proponga di fare il nuovo regime si vede fin dall'inizio. Abolizione della nomina-tività dei titoli azionari, « sospensione » della riforma agraria, abolizione di fatto del limite di otto ore per la giornata lavorativa.
Il significato di questi intenti sarà chiaramente confermato dai successivi sviluppi della politica del governo. Più complesso invece e per più versi interessante, per quanto riguarda il rapporto tra fascismo e
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