dominato da condizioni di rischio, incertezza, informazione imperfetta, costi di ricerca del posto di lavoro ed aspirazioni soggettive di lavoratori e datori di lavoro.
Dedicheremo particolare attenzione, nelle righe che seguono, ad uno in particolare degli schemi elaborati nel quadro della ed. « search hypothesis », allo schema di Holt cui fanno esplicito riferimento i lavori di Modigliani e Tarantelli ('71), ('76) e del solo Tarantelli ('70), ('71).
Cominciamo con il definire l'atteggiamento di lavoratori e datori di lavoro nel periodo di ricerca, rispettivamente, di un posto di lavoro e di una copertura per lo stesso. La ricerca per ambedue le parti non sarà priva di costi e sarà caratterizzata da un certo livello di aspirazioni salariali per ambedue le parti. Secondo Holt è ragionevole presumere che il salario atteso da parte del lavoratore (datore di lavoro) risulti più basso (alto) quanto più è alta la durata della ricerca del nuovo posto di lavoro (dell'occupante per il posto di lavoro disponibile) e viceversa. Inoltre, esprimiamo il salario in termini probabilistici e definiamo Pa come la probabilità che un contatto fra un disoccupato ed un datore di lavoro con un posto di lavoro disponibile risulti in una assunzione. Il numero massimo di contatti fra le due parti (lavoratori e datori di lavoro) sarà naturalmente dato dal prodotto del numero di disoccupati (U) per il numero di posti disponibili (V). Questo prodotto moltiplicato per Pa e diviso per il tempo medio di ricerca (t) ci definirà una espressione del flusso di formazione di nuovi rapporti di impiego. In termini di tassi
f = (uvPa)/t
dove, oltre ai simboli che già conosciamo f sarà il tasso di turnover. La suddetta espressione può essere anche scritta come
uv = f(t/Pa)
o
uv = fk
dove k è una costante ed è uguale a (t/Pa), rapporto che può appunto considerarsi costante nel breve periodo. Riprendiamo ora e formalizziamo le altre relazioni suggerite in precedenza.
Se tu è la durata media della disoccupazione, allora tu = U/F
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