1. Aggiustamenti automatici, elasticità e « absorption approach » 1. Come è noto, a partire dall'inizio degli anni cinquanta (5) l'ottica in cui viene affrontato il problema dell'equilibrio esterno è radicalmente mutata. Mentre infatti precedentemente « l'analisi dei problemi della bilancia era condotta in termini di sistemi automatici di aggiustamento verso l'equilibrio,... ci si è allontanati da quel punto di vista di un sistema automatico e libero di aggiustamento, verso un'impostazione della bilancia dei pagamenti come un problema di politica » (Johnson 1958 b, p. 16). Vale a dire, anziché studiare come operino (o possano operare) le forze spontanee di mercato per ristabilire l'equilibrio dei conti con l'estero, assumendo come parte integrante del sistema i comportamenti dell'autorità di politica economica, con la nuova impostazione lo stato di squilibrio è assunto come punto di partenza per studiare forme alternative di intervento correttivo da parte della politica economica, in relazione alla diversa efficacia degli strumenti ed alla compatibilità con gli altri obiettivi della politica economica (6). A determinare tale diversa impostazione ha concorso fondamentalmente la consapevolezza che l'aggiustamento può essere assai lungo (almeno 10-15 anni secondo Johnson, 1964) e che, a differenza di quanto ritenuto dai « classici », esso non opera soltanto attraverso variazioni dei prezzi, ma anche (e soprattutto) attraverso variazioni del reddito e dell'occupazione, imponendo così al paese deficitario un « onere » diffìcilmente accettabile. Il mutamento di prospettiva trova poi una sua particolare ragion d'essere nel fatto che 1'« equilibrio » al quale l'aggiustamen- (5) Nonostante si possano trovare spunti in vari lavori precedenti, la prima opera importante in cui viene consapevolmente adottata la nuova impostazione è quella di Meade (1951). (6) Su questo radicale mutamento di prospettiva, cfr. oltre a Johnson (1958 b), Corden (1965, parte I). 7