È sufficiente considerare due casi. Il primo è che con l'abolizione dell'autonomia tributaria è stato eliminato l'obbligo per gli enti locali, che presentavano un bilancio preventivo in disavanzo, di aumentare le aliquote di taluni tributi — la cosiddetta « applicazione delle eccedenze » — prima di poter adire alle entrate straordinarie per la copertura del deficit. Si tratta di una piccola, ma significativa, aggiunta alla divaricazione fra decisioni di spesa e decisioni e responsabilità di entrata. Il secondo è che l'abolizione dei tributi locali ha allentato il vincolo all'assunzione di prestiti derivante dalla disciplina preesistente, secondo cui solo il gettito di alcuni tributi poteva essere delegato in garanzia per il servizio dei mutui. Secondo l'interpretazione corrente, infatti, l'intero ammontare dei fondi sostitutivi è delegabile, non essendo più possibile distinguere al suo interno le quote rappresentate dai diversi tributi. Infine, ma si tratta del fattore più importante, va chiarito che con il procedere dell'inflazione e con la generalizzazione delle situazioni di deficit e con il mantenimento da parte del governo centrale di un sistema del tutto discrezionale di aiuto alla copertura del deficit, l'intera disciplina del disavanzo ha praticamente mutato la direzione dei suoi effetti. Anziché scoraggiare il disavanzo, essa lo incoraggia. La spiegazione è elementare. In una situazione in cui i disavanzi sono l'eccezione, il potere degli organi di controllo e la discrezionalità nella concessione dei sostegni, cioè dei contributi straordinari e dei mutui per il ripiano del bilancio a tassi agevolati, rappresentano un discreto deterrente nei confronti dei disavanzi. Ma quando le situazioni deficitarie sono generalizzate e diventano riconosciute come praticamente inevitabili la disciplina si allenta. Gli interventi discrezionali di sostegno diventano la regola, e tendono ad essere distribuiti secondo le dimensioni delle situazioni di deficit. Il deterrente ha perso efficacia e gli enti locali sono praticamente incentivati ad ampliare il disavanzo previsto per ottenere una fetta di aiuti più cospicua. Il sistema di controllo diventa controproducente rispetto ai propri fini. L'inflazione Gli indicatori che segnalano la presenza di un processo inflazionistico hanno registrato negli ultimi anni cifre « arroventate ». L'aumento dei prezzi si è rivelato, come si è visto, notevolmente superiore ai tassi di aumento delle entrate sostitutive delle imposte locali, riconosciuti dallo Stato. 9