mossa da un numero crescente di Comuni, Province, Regioni va in questa direzione, ma può avere successo solo se trova nella popolazione, o comunque nella parte socialmente più consapevole di essa, una partecipazione concreta per inserire l’anziano, l’handicappato, lo psichiatrizzato nella vita normale. Ed in questo processo un aiuto fondamentale può essere offerto dalle diverse forme di volontariato o semi-volontariato. A sua volta il volontariato può compiere un salto qualitativo rispetto ai vecchi schemi della beneficenza solo se è in grado di affiancare allo spontaneismo un momento di organizzazione e forse anche un momento di raccordo con l’intervento dell’istituzione pubblica. È una ipotesi di lavoro, ma è una ipotesi che consente di intravvedere nelle forme innovative di volontariato un ruolo traente nel superamento della burocratizzazione dello Stato del benessere. Questa ricerca presenta d’altronde uno stretto addentellato con le attività che la Fondazione G. Agnelli ha promosso in tema di decentramento regionale e locale. L ipotesi di lavoro su cui la Fondazione si sta muovendo è che la funzione di governo regionale e locale dell’economia e del sociale vada recuperata, non attraverso una sterile competizione con il potere centrale per strappare ad esso competenze difficilmente gestibili a quei livelli (tanto più che vi è ormai la certezza che negli anni prossimi il nostro Paese non avrà più risorse aggiuntive da spendere), bensì attraverso una utilizzazione diversa e più autonoma delle risorse disponibili. Ciò significa, in parole povere, passare da una erogazione puramente burocratica e passiva di fondi e di prestazioni alla messa in atto di modalità di fornitura di servizi diverse da quelle tradizionali, e non mutuate dal modello statale-burocratico, tali cioè da responsabilizzare l’utente e da offrire maggiore aderenza ai bisogni reali. Responsabilizzazione" può voler dire lasciare ad entità di base, a gruppi di cittadini organizzati la possibilità di scegliere, all’interno di una quantità limitata di risorse disponibili, i servizi di cui hanno più bisogno, e di affidare la fornitura di tali servizi anche a soggetti diversi dalle strutture pubbliche burocratiche, fatta salva ovviamente la garanzia del controllo pubblico. Si tratta in altri termini di dare attuazione a quel diritto alla diversità di cui si sente sempre più viva l’esigenza in una società complessa come la nostra, e che ha come immediato risvolto il dovere di rispettare l’altrui diversità, il dovere di riconoscere nell’intervento assistenziale, sanitario, educativo le specificità della persona o del gruppo cui si dirige l’intervento stesso. In altri termini, se l obiettivo è quello di garantire che tutti possano fruire di un adeguato livello di sicurezza sociale, è giusto e necessario VI