popolazione scolastica tende a passare ai gradi superiori dell'istruzione, mentre un'altra parte della stessa popolazione scolastica desidera abbandonare la scuola al più presto. L'insegnante si trova cosi' di fronte a due esigenze diverse, ma coesistenti, che per di più sono espresse da alunni provenienti da ambienti sociali diversi e con diverse motivazioni". Altra conseguenza del prolungamento della scolarità per tutti è anche "una crescente domanda di formazione continua, ... a cui provvedono sempre più istituzioni non scolastiche. Si va delineando cosi" un nuovo sistema di educazione permanente che non solo si oppone a una scuola concepita come acquisizione di una porzione ben precisa di sapere, ma anche trasforma le relazioni tra comunità locale e personale insegnante, in quanto non si chiede più di scoprire gli alunni meglio dotati, né di aiutare i meno dotati, ma di ridurre lo scarto che esiste tra queste due categorie, se possibile, di sopprimerlo ...". b) La modifica delle strutture di autorità, per cui l'autorità dell'insegnante è sottoposta a pressioni diverse, da parte dei diversi gruppi sociali, portatori di valori divergenti o alternativi e da parte degli stessi mass-media, "dotati di grande efficacia persuasiva e che diffondono valori e stili di vita spesso in contrasto con i modelli di comportamento presentati dalla scuola". c) Una nuova distribuzione del sapere, per cui non si tratta più di "trasmettere un sapere che diventa rapidamente caduco, ma di rendere l'alunno capace di assimilare da se stesso, durante tutta la vita, le nuove conoscenze, per farne una sintesi personale nel quadro sociale in cui vive". d) Un tipo di istruzione aperta e non più ristretta all'interno dell'istituzione scolastica, fondato sulla cooperazione con altri enti di educazione esterni alla scuola. "L'educazione tende ad essere aperta e il processo educativo appare come il risultato di azioni convergenti provenienti da enti diversi". A seguito di questi mutamenti in corso nei sistemi di istruzione, l'insegnante è messo nella condizione di dovervi far fronte. Da parte sua sono possibili diversi modi di reazione a queste pressioni a un cambiamento di ruolo, non ultimi quelli della difesa e conservazione di una professionalità tradizionale, attraverso resistenze più o meno palesi. Queste resistenze al cambiamento si attenuano solo attraverso la presa di coscienza della necessità di assumere un nuovo ruolo, in quanto l'insegnante non può sottrarsi o essere estraneo al "segno" del cambiamento. "L'insegnante, cioè, è immerso nella realtà di un sistema culturale nel quale ciò che muta oltrepassa di gran lunga ciò che permane invariato, nel quale il conflitto e l'opposizione occupano la maggior parte dell'esperienza intellettuale e sociale, nel quale il tramonto di certezze, convinzioni e capacità rappresenta argomento di costatazione quotidiana. Il 'segno' del cambiamento, quindi, concerne l'insegnante in ogni 2