questi due temi dominarono l'immaginazione degli studiosi e costrinsero gli ecclesiologi a trincerarsi in una posizione di silenzio e passività, data la virulenza e la sottigliezza dell'attacco. Stranamente, la risposta alle posizioni della morte di Dio e della secolarizzazione venne non dalle religioni organizzate, ma dalla direzione più insospettata: la frangia marginale rappresentata dai giovani, da coloro che erano socialmente diseredati ed espropriati, da quanti erano lontani da ogni preoccupazione intellettuale e religiosa. Fu cosi che nei primi Anni Settanta cominciò a manifestarsi un vasto risveglio di interesse religioso che prese l'aspetto di nuove 'denominazioni', 'riti', 'culti', 'movimenti' esoterici, che rapidamente si diffusero nei paesi dove la 'secolarizzazione' e la 'morte di Dio' sembravano aver fatto maggior presa. Ritornavano cosi certe preoccupazioni fondamentali per il problema della salvezza («figli di Dio», «Jesus Freaks»), della vita interiore (gruppi di meditazione), della testimonianza pubblica (che si è espressa con una forte accentuazione del simbolismo e della visibilità proselitistica) e del valore del gruppo e della comunità (che si è espressa nella localizzazione dei nuovi movimenti in piccoli gruppi primari). L'impulso che animava i nuovi fenomeni puntava in direzioni molto più profonde e pregnanti, dal punto di vista religioso, tanto che si può dire che un nuovo senso religioso sta emergendo. Nel senso religioso emergente possono venir identificati tre cambiamenti fondamentali, rispetto al senso religioso tradizionale, e cioè il passaggio: a) da una religiosità di tipo credenza a una di tipo esperienza; b) da una religione istituzionalizzata a una religione personalizzata; c) da una religiosità formale esteriore a una religiosità interiorizzata e privatizzata. La tradizione occidentale ha sistematicamente privilegiato il fattore cognitivo e logico (fondato sul Logos=espressione simbolico-verbale di una realtà concettualizzata) del fattore religioso. Il credo, la credenza, i dogmi, le dottrine hanno costituito il fondamento e il punto di riferimento predominante delle varie denominazioni e tradizioni religiose, dal Giudaismo all'Islam, alle varie denominazioni Cristiane. La religione veniva cosi concepita e definita come un sistema di valori, di significati cosmici e vitali che si manifestava in un ordinamento rigido di riti e azioni e osservanze nel contesto di una organizzazione religiosa cui spesso si dava il nome di chiesa. Credenze, riti, organizzazione, per citare lo schema durkheimiano, hanno costituito la trama del discorso religioso convenzionale. Non solo: ma dal punto di vista delle varie denominazioni, il fattore centrale discriminante è sempre stato il credo, espresso in proposizioni che definiscono la realtà nel suo complesso. In tutti questi approcci la religione come esperienza resta fuori dal raggio di interesse del programmatore religioso come una categoria re- 5