gere di nuove economie altrettanto competitive, mentre quelli locali sono divenuti a loro volta insufficienti e per di più insidiati dalla concorrenza interna ed estera, il carico fiscale con la riforma in atto è divenuto rigido e non consente più la facile evasione.
L'effetto combinato di questi fattori ha limitato la possibilità di ricorso all'autofinanziamento solo alle grandi industrie aggravando la situazione di tutte le altre che hanno incontrato notevoli difficoltà per l'accesso al credito.
Quanto stava accadendo probabilmente è sfuggito all'attenzione degli organi decisionali sicché la situazione è andata aggravandosi, deteriorandosi fino a raggiungere gli attuali allarmanti toni di crisi.
Il futuro, purtroppo, non sembra suggerire ipotesi previsionali ottimistiche, data l'esiguità dei mezzi a disposizione dello Stato per cercare di raddrizzare una situazione economica che va inclinandosi sempre più pericolosamente. Ne consegue che una responsabile politica di programmazione non può non porsi come scopo primario quello di evitare ulteriori sperperi delle risorse economiche del paese.
Oggi, ogni lira investita deve trovare una sua motivazione economica e sociale, il tempo delle avventure è terminato.
I margini e le capacità di resistenza delle industrie private italiane sono così ristretti rispetto a soli due anni fa che il settore probabilmente non potrebbe sopportare decisioni e scelte avventurose che non siano in grado di tenere nell'esatta considerazione, ben identificate realtà settoriali, regionali se non addirittura provinciali.
Qualsiasi iniziativa governativa che non tenga conto di questa tragica realtà rappresenta un salto nel buio che potrebbe finire per avere gravissime ripercussioni sulla vita del paese.
L'industria italiana è oggi malata, gravemente malata, molto più di quanto diagnosi interessate cerchino di far credere. Su di essa non possono più effettuarsi terapie generiche, occorrono terapie specifiche che possono, peraltro, essere prescritte solo dopo che si è provveduto in fretta, molto in fretta, ad un accurato e completo chek up. Senza questo, si può solo sperare che gli interventi che verranno predisposti in favore della malata riescano quantomeno a prolungare lo stato agonico in cui essa ormai versa.
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