Una serie di indicatori presentati di seguito mostra che gli effetti della prolungata crisi su quei funzionamenti che contribuiscono a creare la salute fisica e psichica delle persone sembrano in atto sia per problematiche che coinvolgono un numero limitato di persone sia per funzionamenti che toccano quote di popolazione ben più ampie. Il recente Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane mostra che il tasso di dimissioni ospedaliere per disturbi psichici ha continuato a ridursi nel periodo 2003-2010, tranne che in Campania, Piemonte e Basilicata: “Se tale trend può essere comprensibile in Campania, dove i tassi erano e rimangono nettamente più bassi del valore nazionale, il fenomeno è più preoccupante in Piemonte, che era in passato al di sotto del dato italiano, mentre ora si colloca nettamente al di sopra.”13. Gli autori ipotizzano che all’origine del dato piemontese vi sia un problema di efficienza dei servizi esistenti, lasciando intendere una carenza di prevenzione, cura e riabilitazione direttamente sul territorio. Ciò non esclude che questo incremento si sia verificato con la complicità della crisi in atto, sia rispetto alle difficoltà di riorganizzazione dei servizi sia rispetto all’acuirsi dei disturbi psichici. L’impatto della crisi sembra più evidente attraverso l’esame di alcuni indicatori che mostrano in Piemonte un’inversione di tendenza in alcuni comportamenti salubri che si stavano diffondendo prima del 2008. Un primo indicatore è connesso con la diffusione del consumo a rischio di alcolici. Le indagini multiscopo dell’Istat “mostrano una diminuzione costante delle diverse forme di abuso di alcol già a partire dalla metà degli anni 2000. Una diminuzione che sembra interrompersi tra il 2008 e 2010 in corrispondenza dei primi anni della crisi per poi riprendere nel 2011 in tutte le aree del paese.”14. Tale andamento è confermato dall’indicatore BES basato sulla proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che presentano almeno un comportamento a rischio nel consumo di alcol sul totale delle persone di 14 anni e più. Esso è disponibile dal 2007. È interessante notare come in Piemonte questa proporzione sia diminuita tra il 2007 e 2008 e come negli anni successivi essa sia invece cresciuta con un picco nel 2009 (Figura 5). In Piemonte tale comportamento è in leggera crescita anche tra il 2010 e il 2011, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto in Italia, dove peraltro la quota di popolazione toccata da questo fenomeno è più bassa (15,8% contro il 19,7% del Piemonte). Ricciardi, W., Ed. (2013). Rapporto Osservasalute 2012, Università Cattolica di Roma. Costa, G., M. Marra, et al. (2012). La salute ai tempi della crisi. Convegno annuale dell’Associazione Nazionale di Epidemiologia., pagina 71-72. 13 14 Relazione Annuale 243 IRES 2012