della superficie territoriale è sottoposto a tutela, con positivi effetti sulla biodiversità e sulle opportunità di valorizzazione turistica, anche se resta molto da fare per la definizione
della Rete ecologica. I rifiuti avviati a smaltimento sono in continua riduzione, mentre la
raccolta differenziata negli ultimi anni ha avuto un ulteriore incremento e ha raggiunto il
50,4%, superando quindi l’obiettivo posto dalla legislazione nazionale.
L’agricoltura è l’attività spazialmente più diffusa a livello regionale, circa il 50% del territorio extra-urbano è modellato da questa attività economica; tale percentuale sale all’80%
considerando anche le aree boschive e forestali. All’agricoltura e alle foreste sono assegnate funzioni di presidio del territorio, conservazione delle risorse primarie e di tutela
ambientale, valorizzandone la multifunzionalità anche attraverso specifiche linee di sostegno dell’Unione Europea. Soprattutto nelle aree montane, tuttavia, sono diffuse situazioni di abbandono, che nascono sia dal difficile contesto socioeconomico locale, sia
dalla relativa carenza di infrastrutture rurali. Un aspetto fortemente rimarcato dall’UE è
quello avviare linee di intervento volte all’adattamento al cambiamento climatico, all’uso
efficiente delle risorse e alla preservazione della biodiversità. Da alcuni anni alcune nuove
fitopatologie stanno minacciando preziosi elementi produttivi del sistema agricolo (ad es.
batteriosi del kiwi e flavescenza dorata della vite); tali emergenze richiedono soluzioni
complesse che comprendano anche la ricerca di alternative produttive e azioni di riqualificazione del territorio.

La Crescita Inclusiva: società
L’evoluzione del quadro demografico piemontese mostra, da un lato, il progressivo invecchiamento della popolazione, dall’altro la riduzione della componente giovane che,
paradossalmente, mostra grandi difficoltà d’inserimento sul mercato del lavoro, al punto
da configurare una “emergenza giovani”. L’aumento della popolazione delle fasce di età
centrali è invece un aspetto non comunemente sottolineato: la fascia dei 40-60 anni diventa l’elemento pivot della società, sia come produttore di reddito sia per quanto concerne
le attività di cura rivolte ai più giovani e ai più anziani. Questa modalità di evoluzione demografica comporta sia un cambiamento nella qualità delle risorse umane più attive sia
un cambiamento nella domanda di servizi e dunque una crescente necessità di ripensamento dell’organizzazione del lavoro e delle modalità di produzione-fruizione dei servizi
alle persone, tanto più in un contesto di riduzione delle risorse pubbliche per il welfare.
A causa della crisi economica il mercato del lavoro piemontese è bruscamente peggiorato,
tanto da suggerire alla Regione Piemonte di varare un Piano straordinario per l’occupazione. L’aumento del tasso di disoccupazione è particolarmente rilevante per i giovani e
le donne. Per i primi le difficoltà sembrano dipendere soprattutto dalla crescente polarizzazione tra opportunità lavorative a più alta e a più bassa qualificazione, entrambe in crescita, e occasioni lavorative in posizione intermedia, soprattutto di tipo impiegatizio, che
si riducono notevolmente. Nel caso delle donne giovani oppure per quelle oltre i 45 anni,
pesano inoltre le difficoltà legate al ruolo femminile nella società e la carenza di iniziative

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Relazione Annuale
IRES 2012