scende a precipizio; il suo andamento tende nuovamente ad allinearsi a quello del numero di occupati nel biennio successivo, con un nuovo netto distacco nel 2012, secondo
un trend che ben visualizza l’impatto delle due ondate di crisi del 2009 e del 2012 e la
piccola ripresa che ha avuto luogo tra il 2010 e il 2011.
Il calo del monte ore è dovuto al massiccio utilizzo della CIG, ma anche alla crescita del
part-time e alla contrazione della richiesta di prestazioni straordinarie: fra i dipendenti il
peso di quelli con più di 40 ore di lavoro settimanali quasi si dimezza fra il 2008 e il 2012,
scendendo dal 15% all’8%, mentre cresce, passando dal 7,5% al 10% del totale, l’incidenza
delle persone con zero ore, che non includono però solo cassaintegrati, ma anche lavoratori e lavoratrici in ferie, malattia, maternità, ecc. Nel frattempo, gli addetti a tempo
parziale sono passati in Piemonte dai 245.000 del 2009 ai quasi 300.000 del 2012, con
un incremento percentuale del 21%. Dinamiche analoghe interessano, peraltro, anche il
lavoro indipendente, che mantiene nel quinquennio le sue posizioni, ma con una significativa flessione delle persone con più di 50 ore di lavoro nella settimana di riferimento
(-17,5%), a fronte di un incremento (+15,4%) dei soggetti che dichiarano di aver lavorato
meno di 30 ore.
Nell’ultimo anno, un evidente scarto tra la variazione del volume di lavoro e quella del numero di addetti si osserva per tutti i comparti rilevati: nel complesso, l’occupazione diminuisce dell’1,1%, le ore lavorate del 4,4%; tale divario è fortemente accentuato nel terziario
(-0,2% contro -3,7%, rispettivamente) e in particolare nell’area alberghi e ristorazione e nel
vasto bacino dei servizi vari, dove rientrano le attività associative e di intrattenimento e i
servizi personali.
Figura 4	

Numero di occupati - Monte ore lavorate. Dinamica 2004-2012 (2004=100)

Fonte: Elaborazione ORML su dati ISTAT

Relazione Annuale

198 IRES 2012