330 CONTESTO SOCIALE A e C gli imprenditori con cultura universitaria sono rispettivamente il 27,4 e il 52,3%; nelle classi BeD sono i diplomati con licenza media e istituto tecnico ad essere oltre la media generale, mentre nelle classi E ed F prevalgono le licenze elementari. Un caso a sé è costituito dal gruppo delle imprese recessive (G), dove i livelli di scolarità sono relativamente elevati. Questa e indubbiamente una eccezione rispetto alla connessione riscontrata tra scolarità e successo imprenditoriale; una possibile spiegazione può essere trovata nelle osservazioni avanzate nel capitolo introduttivo a proposito della svariata origine sociale degli imprenditori. È possibile cioè che nel gruppo G vi siano varie persone dotate di una formazione culturale relativamente elevata, ma lontana dalle competenze richieste per una efficiente conduzione manageriale; per queste persone pertanto la professione d’imprenditore si manifesta come una scelta esistenziale sbagliata. Questa supposizione trova materia per meglio specificarsi nel duplice incrocio di dimensioni ed andamento. Vediamo infatti che mentre tutte le classi di andamento ripetono sostanzialmente lo schema generale secondo cui nelle imprese piu piccole e maggiore la concentrazione di imprenditori con una relativamente bassa scolarità, la classe G si dimostra anomala sotto questo rispetto. La quasi totalità degli imprenditori con cultura universitaria si trovano infatti nelle imprese con meno di 200 milioni di fatturato, e particolarmente numerosi essi sono nella fascia delle imprese minime sotto ai 50 milioni. Viceversa, nelle undici imprese di questa classe superiori ai 200 milioni, una sola è diretta da un laureato (funzionario statale di un tabacchificio). Questa è un’indicazione molto importante perché delimita nettamente il fenomeno degli imprenditori « colti e falliti » alle forme minori di imprenditorialità. Anche in questo caso, 1 anticipazione di alcuni dati che discuteremo sistematicamente più avanti aiuta a meglio comprendere il fenomeno: abbiamo chiesto agli intervistati se la loro impresa è l’unica attività professionale svolta, oppure se essi svolgono anche altre attività sia in campo economico che in altri campi. A questa domanda la netta maggioranza di questo piccolo gruppo di imprenditori (70% circa), risponde di svolgere altre attività, soprattutto una libera professione. Questa risposta ci aiuta a comprendere molte cose: si tratta di persone (fondatori ed eredi, non ha importanza) che varie circostanze hanno portato a gestire piccole imprese; ma questo ruolo non ha mai avuto molta importanza ai fini della loro affermazione sociale, sicché l’andamento deficitario e la probabile chiusura delle imprese non costituiscono un particolare moti-