II. CONNOTATI ECONOMICI E SOCIALI 97
all’occupazione e alla distribuzione del reddito confermano questa diagnosi.
     L’esodo agricolo rappresenta una tendenza generale di un sistema economico che va industrializzandosi, ma costituisce anche, da un altro punto di vista, la più semplice risposta alle sollecitazioni di un processo di crescita industriale, nei confronti del centro, da parte di zone che diventano marginali. Il concetto di « serbatoio di mano d’opera » e le correnti migratorie verso i poli industrializzati rispecchiano appunto questo rapporto di subordinazione. Alle sollecitazioni economiche e di altro genere, le varie zone rispondono però in modo diverso a seconda delle condizioni, e in particolare della collocazione lungo la scala di marginalità, secondo il modello in precedenza sviluppato. In situazioni prossime alla estrema marginalità la risposta alle sollecitazioni centrali può essere nulla o coincidere semplicemente con l’emigrazione agricola verso i poli dello sviluppo. Le situazioni intermedie, invece, sono caratterizzate da un certo sviluppo dell’industria, germinato nella zona, o portatovi dall’esterno. In questi casi l’esodo agricolo è sollecitato e dirottato anche verso l’area in questione, che in senso relativo diventa, per questo e per altri aspetti, centrale rispetto a un hinterland ancora più marginale. A seconda delle condizioni, però le dimensioni, i caratteri e le conseguenze della industrializzazione sono differenti, e individuano gradi differenti di marginalità: una zona poco marginale è appunto quella che tende all’integrazione dinamica e non meramente passiva con l’area dello sviluppo e conseguentemente a nuovi equilibri della struttura occupazionale e, probabilmente, a un assetto sociale e culturale omogeneo a quello centrale. In una zona di più marcata marginalità, invece, per le condizioni in cui avviene e per le funzioni latenti cui assolve, lo sviluppo industriale è contenuto e incerto e mentre sollecita a sua volta dinamiche occupazionali, sociali e culturali, non è poi capace di far fronte alle aspettative. L’inflazione del terziario, come valvola di sfogo, si palesa a questo punto come indice sicuro di una struttura economica che si modifica senza svilupparsi, sbilanciata nel suo assetto, incerta nelle prospettive.
     Tale è la situazione nel Salernitano, che sembra individuare una tipica condizione intermedia di marginalità, e che come tale va studiata nell’insieme delle sue implicazioni, almeno in via di ipotesi. I connotati della situazione che sono stati forniti, permettono peraltro di meglio specificare l’ipotesi, distinguendo questa volta all’interno della provincia, e dunque in senso relativo, aree centrali e aree marginali rispetto alle prime. Il polo centrale è localizzato nelle zone nord-