VII. INVESTIMENTI E CREDITO 239
questo caso, quali ne sono i motivi? La tabella 7.8 ci dice che in effetti le varie classi mostrano alcuni andamenti differenziati, riconducibili a due modelli fondamentali. Da un lato abbiamo il modello « di corrispondenza », quello cioè in cui i maggiori investimenti per addetto e il maggior ricorso al credito coesistono nella medesima fascia d’ampiezza; dall’altro abbiamo il modello « di non corrispondenza », così definibile, perché i maggiori investimenti si verificano sempre nella fascia delle imprese minori, mentre il più alto ricorso al credito avviene in quelle maggiori. È oltremodo importante notare che mentre il primo modello è presente nelle classi di andamento razionalmente acquisitive (nonché nelle imprese nate dopo il 1966), il secondo è presente nelle classi orientate alla marginalità, a cui si associa anche la classe B (la quale così dimostra ancora una volta, la sua maggior vicinanza ai modelli di marginalità che non a quelli di razionalità acquisitiva). Questa connessione è troppo marcata per essere casuale; essa costituisce in effetti una ulteriore conferma del differente uso delle opportunità istituzionalizzate dello sviluppo da parte delle imprese razionali rispetto a quelle orientate alla marginalità.
     Va poi sottolineato che nel modello « di corrispondenza » esistono due alternative, a seconda che i più alti valori di investimenti e di finanziamenti si verifichino nella fascia d’ampiezza superiore oppure in quella inferiore. La prima alternativa è quella seguita dalle imprese di tipo A nonché da quelle nate dopo il 1966. Si tratta, come sappiamo, di imprese in espansione, senza crisi; ora il fatto che i maggiori investimenti e i maggiori ricorsi al credito agevolato si verifichino proprio nel sottogruppo delle imprese maggiori sembra confermare che in una zona di moderata marginalità quale il Salernitano, le uniche concrete possibilità di effettivo sviluppo sono quelle aperte alla ristretta fascia delle imprese medio-grandi e razionali, con una conseguente sempre maggiore differenziazione di questa dal restante apparato produttivo.
     Nelle classi di tipo C e D, ossia in quelle che rispondono in modo razionale ad una situazione di crisi, i maggiori investimenti e i maggiori ricorsi al credito compaiono invece nelle imprese più piccole; anche questo non ci sembra un dato casuale, ma da collegare al fatto che quando si profila una situazione di crisi, le imprese più colpite sono generalmente le minori; e se queste si orientano a modelli di razionalità, spetta ad esse sostenere il maggior onere relativo per i necessari rinnovamenti.
     Passiamo adesso al modello adottato dalle classi delle imprese orientate a modelli di marginalità. Ci sembra fuor di dubbio che la