fonte di informazione per arricchirne i temi: così il costume del cow-boy, le tecniche di combattimento, ecc. Oltre a cambiare i temi, spesso suggerisce addirittura nuovi tipi di giochi. Se si considerano i tipi di giochi osservati nell’ambiente studiato in questo caso e distinti in due tipi principali (giochi a tema non sociale, giochi a tema sociale), « i programmi della televisione forniscono •— dice l’A. — ai fanciulli le conoscenze necessarie per intraprendere i due tipi di giochi. Lo stesso carattere della ricezione dei programmi televisivi, che tiene i giovani tele-spettatori neU’immobilità fisica durante un certo numero di ore settimanali e che non esige da essi altro sforzo d’immaginazione che un’attività morale, al tempo stesso che rafforza l’influenza delle norme di gruppo giovanile (l’indipendenza, la maturità e il conformismo dei comportamenti ludici), fa sì che, nei giovani presi in considerazione, il bisogno di giochi collettivi sia rafforzato. Un fenomeno paradossale ha quindi luogo: il consumo corrente dei programmi della televisione rafforza l’attività sociale dei fanciulli e degli adolescenti nel gruppo di gioco. La mancanza di possibilità di sviluppo personale determinata dal grado poco rilevante di autonomia a scuola e la mancanza di raggruppamenti di giovani, dirigono i fanciulli verso giochi sociali al di fuori del settore controllato dalla scuola. Di qui l’accrescimento della frequenza e
l’allargamento della portata dei giochi di guerra e dei giochi erotici, occasionali e dipendenti dalla situazione attuale delle trasmissioni; gli elementi culturali appresi dalle trasmissioni televisive, costituiscono un’attraente attualizza-zione delle modalità di comportamento richieste dal gioco ».
   I giochi sono in certo senso i mezzi di contatto sociale che il fanciullo ha nell’ambito extra-familiare. Ma — si domanda l’A. — la TV porta anche dei cambiamenti nei contatti sociali degli allievi nell’ambiente più immediatamente circostante ad essi? Nei limiti in cui gli interessi di questa ricerca possono rispondere ad una simile domanda, risulta che almeno nei primi tempi e specie nelle famiglie di piccole dimensioni, la TV si rivela in certo senso come un fattore integrativo. In tali famiglie, il fatto di ricevere in comune le stesse tematiche avvicina indubbiamente i figli ai genitori. Lo stesso, ma soltanto su un piano di più generale acculturazione, vale per i contatti degli allievi studiati con il vicinato e con i compagni.
   Sempre sul piano del sorgere di nuovi, comuni interessi si può porre un vivo desiderio per i viaggi e per la conoscenza diretta della natura — come la ricerca ha messo in risalto. Pochi dei fanciulli considerati — dice l’A. — « hanno in casa un animale, ma tutti sognano di averlo » ; o il nuovo spirito con cui essi partecipano alle forme di distrazione o di divertimento orga-
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