Ricordo di Emily Pitkin Il 17 dicembre 1964, a Cambridge (Massachusetts), è morta Emily Pitkin. Le era nata da pochi mesi una bambina, la prima, a lungo desiderata. Una difficile gravidanza aveva impegnato tutte le sue forze. Quando, felice, era nel pieno* della ripresa, è stata travolta dal male che in pochi giorni l’ha portata via. Emily lascia tra noi molti che hanno goduto la felicità della sua amicizia. Venuta per la prima volta in Italia nel 1950, appena sposata a Donald Pitkin, allora all’inizio della sua carriera di antropologo, con lui si trovò subito legata al nostro Paese e a molti di noi da un rapporto così diretto e intenso da diventare elemento essenziale e permanente della sua e della nostra esistenza. Prescelta Sermoneta come una tipica comunità rurale tradizionale, nella quale studiare i rapporti umani fondamentali d’una società contadina, Don ed Emily, ritornati in Italia con la possibilità di restarci per più d’uri anno, si inserirono nel piccolo borgo sulle pendici dei Monti Lepini sopra l’Agro Pontino e ne vissero la vita per lunghi mesi, non solo conoscendovi ogni persona, ogni vicenda e rapporto, ma legandosi a molti degli abitanti di affettuosa amicizia. L’esperienza di Sermoneta fu per Emily di fondamentale importanza, non per cambiarla, ma anzi per renderla ancora più compiutamente se stessa. La continuità di relazioni con quella gente semplice arricchì, infatti, in lei quel tratto naturale della sua personalità, che l’aveva sempre portata, fin da bambina — pur vivendo nel più raffinato ambiente culturale del New England — verso le cose essenziali della vita, con un calore umano, un modo profondo e diretto, una semplicità che nessuno di noi potrà mai dimenticare. Non è forse un caso che appunto a Sermoneta sia maturata in lei la decisione di diventare assistente sociale e che, tornata in America, ne abbia seguito gli studi e vi abbia dedicato in seguito una gran parte del suo tempo. Parlando di lei, subito dopo la sua morte, nel corso di una severa e bella cerimonia religiosa nella Christ Church di Cambridge, un suo amico, 147