120-147_cap.3-4_Rel_ann_08 8-06-2009 9:23 Pagina 141 4.1 Tab. 3 L A F I N A N Z A L O C A L E ALCUNE VOCI DI BILANCIO SIGNIFICATIVE E LORO DINAMICA. ACCERTAMENTI E IMPEGNI VALORI IN MILIONI Torino Altri comuni area metropolitana Altri comuni Piemonte Totale Piemonte GETTITO ICI 2006 VAR. % 2003/ 2006 PROVENTI OO.UU. SPESA CORRENTE 2006 VAR. % 2003/ 2006 250,5 2 26,7 13 1.171 172,0 540,7 963,2 11 9 8 63,3 145,6 235,6 17 14 14 466 1.831 3.468 2006 VAR. % 2003/ 2006 DEBITO DI VAR. % FINANZIAMENTO 2003/ 1/1/2007 2006 -8 2.987 +43 0 3 -1 468 1.914 5.670 +24 +25 Fonte: http://finanzalocale.piemonte.it trate proprie che nei trasferimenti dallo Stato, e un calo nel 2008. Il finanziamento degli investimenti registra una contrazione nel ricorso a mutui e prestiti obbligazionari, che assommano a circa 1.000 milioni concentrati negli enti maggiori. I contributi regionali (300 milioni annui) privilegiano gli enti più piccoli (oltre la metà ai comuni inferiori a 5.000 abitanti); mentre i proventi da alienazioni patrimoniali sono relativamente consistenti rispetto ad altre regioni, ammontano a circa 300 milioni annui nel triennio 2006-2008 e riguardano perlopiù i grandi enti. Rilevanti anche i proventi da concessioni edilizie, che possono venire usati – in parte – anche per finanziare spese correnti: una pratica diffusa in molti enti, ma rischiosa nel medio periodo, ad esempio per effetti sul gettito in caso di un minor dinamismo immobiliare. IL PERSONALE Il personale pubblico è al centro di un’attenzione particolare. Negli ultimi anni la legislazione aveva posto vincoli alle assunzioni a tempo indeterminato e limiti alla spesa per il personale. Nel comparto degli enti locali, le cessazioni sono risultate ben superiori alle assunzioni: tra il 2006 e il 2003 i comuni hanno diminuito il proprio personale a tempo indeterminato quasi del 6% (-4,4% in Piemonte, come anche in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna); nel caso delle province si è invece registrato un aumento, +3,9% (+2,7% nella regione) in relazione sia ai nuovi enti istituiti che e ai compiti delegati. Gli enti hanno risposto ai vincoli in diversi modi. Da un lato ricorrendo a forme di lavoro flessibile: contratti di lavoro a tempo determinato e altre forme di lavoro flessibile, che nel 2007 in Italia ammontavano a 46.000 unità, il 9%1 in rapporto al personale complessivo a tempo indeterminato (pari a 515.000 unità); 37.000 unità di personale esterno all’amministrazione (interinali e LSU); collaborazioni e consulenze (non quantificabili). Riguardo al lavoro flessibile, dopo il “Memorandum d’intesa sul lavoro pubblico e riorganizzazione delle AA.PP.”2, la legge finanziaria 2007 ha dato facoltà di assumere a tempo indeterminato parte del personale 1 Tale incidenza risulta superiore nei consorzi (11%), nelle unioni e comunità montane (18%), e inferiore in province (6%) e regioni (5%). Il 2007 si è aperto con la sottoscrizione del Memorandum sul lavoro pubblico da parte di Governo, CGIL, CISL E UIL del 18 gennaio 2007, integrato dall’Intesa del 6 aprile 2007, sottoscritta anche da Regioni, ANCI, UPI e UNCEM, nonché dalle altre organizzazioni sindacali. Il Memorandum individua alcuni obiettivi strategici: 1) accrescere la produttività, attraverso incentivazione della qualità dei servizi mediante efficaci sistemi di misurazione e controllo, volti a valutare il concreto raggiungimento degli obiettivi e risultati da parte della dirigenza, valorizzando la professionalità dei lavoratori, anche in funzione della percezione degli utenti sui risultati conseguiti; 2) lo sviluppo delle politiche occupazionali; 3) l’incentivazione alla mobilità; 4) l’impulso alle politiche meritocratiche. 2 141