Irescenari IL RUOLO DEI MEGAEVENTI NELLO SVILUPPO URBANO E REGIONALE difficoltà incontrate per organizzare il quadro istituzionale deputato a gestire il patrimonio lasciato dai Giochi – il passaggio alla fase post-olimpica positivamente trascinata dal rilancio della Fiat (Berta, 2007, p. 37) che in pochi mesi ha compiuto un consolidamento con una rapidità superiore a quella sperata. 9.2 LE RICADUTE URBANISTICHE E TERRITORIALI Se le “immagini” dell’architettura degli interventi olimpici hanno avuto una circolazione relativamente modesta e limitata al circuito della stampa locale o di alcune riviste specializzate nazionali (e quindi un effetto propagandistico solo pallidamente confrontabile con quello di Barcellona 92 o di Pechino 2008), le operazioni condotte, nel loro complesso, hanno prodotto considerevoli ricadute urbanistiche e territoriali. Dal punto di vista urbanistico, rispetto al quadro ricco e già coerente di elementi e interventi maturato nell’alveo del PRG del 1995, vero elemento generatore, l’“avventura” olimpica del 2006 sembra storicamente destinata a risaltare quale elemento fondamentale di arricchimento, integrazione e accelerazione delle trasformazioni e, con ogni probabilità, di assestamento e integrazione del quadro, non articolatissimo, degli interessi dominanti. Se già dal piano regolatore veniva delineato e disegnato in modo persuasivo un poderoso programma di sviluppo che leggeva le potenzialità immobiliari della drammatica dismissione industriale avviata agli inizi degli anni ottanta e individuava 1.097 ettari di trasformazione – di cui il 35% oggetto di piani e programmi attuativi approvati al soglia dell’autunno 2003 –, gli interventi previsti per dare forma all’evento olimpico del 2006 hanno presentato un indiscutibile “valore aggiunto”. Un valore legato alla scelta di innestare le esigenze temporanee con le strategie di ampio respiro e gli interventi in atto nella città. Rispetto alla consistenza dei programmi impostati prima dell’avventura dei Giochi, tra il 1995 e il 2001, che abbraccia una parte significativa dei cantieri che connotavano il volto della città che i visitatori olimpici hanno potuto scambiare per l’effetto olimpico, le opere strettamente connesse con lo svolgimento dei Giochi hanno contribuito a operare alcune fondamentali “saldature” urbane che evidenziano nuove assialità e nuove direttrici per lo sviluppo della città, in particolare nella zona sud-orientale della città, premiata dalla presenza di grandi contenitori dotati di buona accessibilità stradale e ferroviaria. Le scelte localizzative hanno in particolare assegnato al settore meridionale compreso tra il comprensorio delle celebrazioni unitarie del 1961, l’ex-stabilimento Fiat di Mattè Trucco, gli ex mercati generali della città e la storica area sportiva dello stadio Comunale, il ruolo di epicentro del distretto olimpico, concentrando nel raggio di pochi chilometri dal Lingotto gli impianti per le discipline del ghiaccio, il villaggio olimpico e le principali attrezzature funzionali. Due i risultati. Il comprensorio del Lingotto appare, alla luce delle scelte e degli interventi olimpici, rafforzato dalla presenza dell’Oval, integrato nel contesto urbano e capace di indurre processi di riqualificazione di maggior respiro dal punto di vista generale degli assetti della città; due fronti della città, prima separati e sostanzialmente defunzionalizzati, sono stati uniti da un percorso pubblico e incorporati in un quadro unitario che comprende la rivitalizzazione della vecchia cittadella sportiva e ricreativa realizzata allo stadio Comunale nel Ventennio compresa attualmente tra corso IV Novembre, corso Galileo Ferraris, via Filadelfia e corso Sebastopoli, consentita dalla riabilitazione del monumentale complesso dello stadio Comunale e la realizzazione del Palazzo dell’hockey. Il quadro è completato, sulle sponde della Dora, dalla presenza del quinto Villaggio Media, che ha contribuito a rafforzare un’altra scelta strategica: quella della sistemazione, nell’area storicamente occupata dagli impianti dimessi dell’Italgas, delle Facoltà di Legge e Scienze politiche dell’Università degli Studi di Torino: al termine delle operazioni di riqualificazione sorgerà qui uno dei più importanti e qualificati poli per la formazione superiore di tutta l’area metropolitana. 42