CONTRIBUTI DI RICERCA

robustezza dovuta ai bassi livelli di volatilità, sia a livello locale sia nelle partizioni geografiche
sia a livello nazionale. Vi sono alcuni motivi che giustificano un simile scenario:
o importanza dei fattori di scala: la volatilità relativa della produzione è inversamente
proporzionale alla dimensione dell’economia locale;
o importanza dei fattori di specializzazione: la volatilità relativa dei tassi di crescita
settoriali è superiore alla volatilità relativa del tasso di crescita del singolo aggregato, cioè
la volatilità aumenta nello specifico mentre si attenua, per compensazione, nell’aggregato.
Passando poi ad un’analisi delle aspettative, sotto ipotesi di stazionarietà, ed alla loro
divergenza rispetto ad una dinamica tendenziale (teorica o potenziale) possiamo sintetizzare
alcune conclusioni. Essenzialmente si nota che dal 2000 al 2003 le aspettative sulla crescita
hanno sempre superato le potenzialità in tutti i settori e nelle partizioni geografiche.
Tuttavia, in questo panorama di coordinamento inter-regional-settoriale, si sono apprezzati
dei casi devianti in cui è avvenuta una sottostima delle aspettative; in questo senso sono
tipici i casi delle regioni più piccole. Di fatto quindi, da un punto di vista analitico per le
politiche industriali, occorre osservare che l’ipotesi di stazionarietà del sistema economico
non può essere impiegata poiché troppo spesso, ed in modo evidente, si hanno deviazioni
dalle aspettative sulla crescita tendenziale. Ciò, da un lato giustifica e conferma
ulteriormente quanto abbiamo concluso circa l’effetto dei fattori di scale e di
specializzazione industriale sulla volatilità a livello locale, mentre, da un altro lato, invita alla
prudenza nella formulazione di scenari qualitativi a livello locale. Infatti, aumentando la
volatilità, e con essa l’incertezza, a livello locale è molto difficile vedere soddisfatte le
aspettative in senso ottimistico.
7.3. Quali fenomeni di convergenza
Un’ulteriore aspetto centrale della ricerca riguarda la cosiddetta teoria della convergenza
secondo cui, in estrema sintesi, realizzano tassi di crescita maggiori quelle economie che
partono da condizioni iniziali più svantaggiate. Il tema è senza dubbio interessante e
lungamente dibattuto in letteratura. Nel presente studio proponiamo un’analisi che non
riguarda solo la crescita della produzone ma ci chiediamo: quali sono i fenomeni di
convergenza che prendono forma nel lungo periodo?
7.3.1 Convergenza aggregata
Vediamo dunque i risultati raggiunti a cominciare da uno studio che non tiene conto delle
specializzazioni settoriale ma che si concentra sulla convergenza aggregata:
Y) il fenomeno della convergenza si è sempre manifestato, benchè con intensità
differenti, influenzato dal ciclo economico che vede un punto di rottura: prima del 1999
l’intensità della convergenza era circa metà di quella stimabile nel periodo successivo;
L) benchè si osservi una decelerazione nel tasso di crescita, man mano che la data delle
condizioni iniziali approccia la scadenza finale del 2003, non si osserva il fenomeno della
convergenza in quanto l’effetto delle condizioni iniziali sul tasso di crescita è sempre
positivo, denotando con ciò un’effettiva crescita benchè d’intensità decrescente;
I) la dinamica dell’intensità dell’effetto delle condizioni iniziali sul tasso di crescita a
scadenza 2003 varia in modo decrescente pur mantenendo valori positivi, pertanto non si
apprezza alcun fenomeno di convergenza;
Q) data la sua definizione (Q=Y/L) si nota come la produttività sia caratterizzata da un
fenomeno di convergenza lungo tutto l’arco temporale: questo risultato non ha solo un
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