IRES QUADERNI 109 16-05-2006 11:45 Pagina 6 Immigrati in fabbrica Figura 3 Stock e quote sul totale di extracomunitari dipendenti in Piemonte 45.000 4,0% 3,5% 40.000 3,5% 35.000 2,8% 3,0% 2,5% 30.000 2,3% 29.617 25.000 1,7% 20.000 1,6% 1,5% 1,7% 25.053 1,8% 22.365 1,6% 2,5% 2,0% 19.452 1,5% 15.000 0,8% 0,8% 0,8% 0,9% 7.580 7.515 8.479 14.089 15.347 14.472 13.541 14.645 15.737 1,0% 10.000 5.000 7.143 0,5% 0,0% 0 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 Stock 1997 1998 1999 Quota Fonte: Osservatorio sull’immigrazione in Piemonte, R&P, 2003, p. 23. ad affrontare periodi più o meno lunghi di disoccupazione o a ricollocarsi in settori del terziario in cui i salari sono più bassi e le condizioni di lavoro peggiori. Si tratta soprattutto di donne, di immigrati e di lavoratori anziani che hanno trascorso molta parte della loro carriera lavorativa nella stessa fabbrica, in generale di persone con bassi livelli di scolarità. Tra coloro che perdono il posto nel settore industriale circa la metà si trova costretto ad affrontare un processo di mobilità discendente. Precarietà, bassi salari e cattive condizioni di lavoro sono dunque diventati una componente strutturale anche dei mercati del lavoro europei (European Commission, 2004). Soltanto un terzo delle persone che hanno un’occupazione temporanea ne trovano una più stabile in capo a un anno. E, a sei anni di distanza, circa il 16% di coloro che avevano un’occupazione precaria si trova ancora nella stessa situazione. Circa il 20% è uscito dal mercato del lavoro. La percentuale dei lavoratori a basso reddito è rimasta stazionaria (circa il 15%) dalla seconda metà degli anni novanta e la probabilità di uscire dalla condizione di sottosalario è simile a quella che i lavoratori temporanei hanno di trovare un’occupazione stabile. Ci vogliono sei, sette anni perché meno della metà dei lavoratori sottopagati riescano a migliorare la loro posizione e circa il 30%, nello stesso arco di tempo, esce dalle forze di lavoro con una probabilità più alta di circa 13 punti percentuali rispetto ai lavoratori ad alto reddito. Per coloro che, avendo perso un lavoro nell’industria, sono costretti ad accettare un’occupazione non qualificata nei servizi, il peggioramento delle condizioni contrat- 6