Il sistema regionale d’innovazione 43 L’esiguo numero di PMI innovative potrebbe essere aumentato favorendo lo spin-off dalle istituzioni di ricerca tramite l’uso della “aspettativa” o del “licenziamento a termine”: il ricercatore che fallisce nel mercato dei prodotti potrebbe rientrare automaticamente nel “mercato” della ricerca pubblica (in quanto il fallimento imprenditoriale non pone necessariamente in dubbio le sue capacità scientifiche). Soprattutto nel caso del Piemonte, ove la figura trainante della grande impresa ha un valore concreto, e non semplicemente storico, è possibile aumentare gli stimoli all’innovazione delle PMI intervenendo sul rapporto di fornitura tra grande e piccola dimensione: le normali agevolazioni per la ricerca potrebbero essere “aumentate” se venissero utilizzate all’interno del co-design, del co-engineering, del co-sviluppo di nuovi prodotti e processi, e di tutte le altre forme di innovazione organizzativa oggi esistenti nella fornitura moderna (just-in-time, EDI-EDP, intranet, ecc.). Infine, la scarsa attenzione della PMI nei confronti dell’innovazione potrebbe essere ridotta consentendo al piccolo imprenditore un più facile accesso agli strumenti normativi che trasformano l’innovazione in profitti, ad esempio sovvenzionando le spese per il deposito del brevetto e per le pratiche/consulenze ad esso finalizzate. Tali piccole modifiche da introdurre nell’attuale apparato normativo andrebbero a sommarsi a tutte le proposte “quantitative” e istituzionali già avanzate dal dibattito economico: maggiori investimenti pubblici, maggiori incentivi finanziari per i privati, creazione di istituti pubblici di eccellenza, ruolo del venture capital. Sul piano istituzionale va ricordato che, essendo la conoscenza un bene quasi-pubblico, nel senso che l’imprenditore che investe in ricerca ha difficoltà oggettive ad appropriarsi di tutti i risultati del suo investimento, il suo sviluppo è favorito da strategie di tipo cooperativo. Infatti, per raggiungere un adeguato livello di innovazione nelle imprese occorre che tutto il sistema paese (ed il sistema-regione) sia indirizzato verso tale obiettivo: una sede di confronto permanente tra gli attori locali coinvolti sul fronte dell’innovazione, quali università, enti di ricerca, associazioni imprenditoriali, enti locali, potrebbe evitare avanzamenti asimmetrici sul fronte dell’intervento pubblico e produrre sinergie tra i diversi ambiti. Tutto ciò è comunque soggetto ai normali vincoli finanziari delle scarse risorse pubbliche dedicate allo sviluppo locale. In questo contesto, il processo di decentramento dell’intervento pubblico, attuato tramite i provvedimenti Bassanini (l. 15/3/1997 n. 59) e Bersani (l. 266/97) ha trasferito competenze e risorse alla Regione Piemonte. Dal 2000 vi sono risorse statali trasferite al Piemonte in materia di agevolazioni alle imprese, e che si riferiscono al suddetto processo di decentramento, che possono essere stimate in circa 72 milioni di euro per il 2000 e 80 milioni di euro per il 2001.