Ceris-CNR, W.P. N° 4/1998

stime sono state condotte distintamente per i gruppi di settori identificati da Buigues et
al. (1990) in funzione della diversa “sensibilità” alle misure di completamento del
Mercato Unico. Facendo riferimento a tale classificazione sono state identificate 184
imprese “altamente sensibili”, 199 imprese “moderatamente sensibili” e 362 imprese
“non sensibili”. I primi due gruppi di imprese appartengono ai 40 settori definiti dalla
Commissione come quelli che maggiormente avrebbero beneficiato degli effetti positivi
indotti dal Mercato Unico. La strategia adottata conduce a stime separate dei margini di
profitto per ciascun gruppo di imprese nei due periodi citati e permette di verificare se
eventuali differenze nelle stime relative ai due sotto-periodi siano più o meno
consistenti per i diversi gruppi di imprese. Nei limiti in cui il criterio adottato per
distinguere le imprese non catturi differenze nell’impatto di altre variabili micro o
macroeconomiche ma colga specificatamente differenze tra imprese nell’impatto del
Mercato Unico, tale strategia permette di identificare chiaramente gli effetti della
creazione del Mercato Unico sui margini di profitto delle imprese.
I risultati delle stime suggeriscono che, per il campione delle imprese
caratterizzate da una elevata “sensibilità” alla creazione del Mercato Unico, i margini di
profitto sono significativamente maggiori di uno in entrambi i periodi e si riducono nel
tempo: nel periodo anteriore al Mercato Unico le stime, relative alle differenti versioni
del modello, oscillano dal 17.7% al 23%, mentre nel periodo successivo variano dal
7.1% al 12%: in media il coefficiente relativo al margine di profitto si riduce di 11 punti
percentuali nel periodo di implementazione del Mercato Unico e tale riduzione risulta
statisticamente significativa.
Per quanto riguarda i campioni delle imprese meno “sensibili” le stime
suggeriscono che i margini di profitto sono rimasti sostanzialmente stabili nel tempo;
inoltre essi risultano inferiori ai livelli osservati per il campione delle imprese più
“sensibili” nel periodo antecedente al Mercato Unico (14.3% per le imprese
“moderatamente sensibili” e 10.3% per le “imprese non sensibili”). Tale risultato
conferma quello ottenuto da Jacquemin e Sapir(1991) su dati europei.21
I risultati ottenuti da Bottasso e Sembenelli (1998) per l’Italia confermano
l’esistenza di un impatto di tipo pro-competitivo indotto dalla creazione del Mercato
unico Europeo. In linea con le previsioni della Commissione, tale impatto risulta

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