Oltre cultura e natura Il museo, che era stato per molti anni lo strumento principe per la conservazione e la valorizzazione della ricchezza culturale di un Paese, di fronte a questo nuovo tipo di patrimonio diffuso non bastava. Nei musei tradizionali era esistita per lungo tempo una precisa distinzione fra le opere dell'ingegno umano, conservate nei musei d'arte, e quelle della natura, viste co' me curiosità o come varietà e raccolte nei musei di scienze naturali, dove l'uomo clas' sificava e osservava come se fosse estraneo. Il patrimonio locale è invece un insieme di beni e di valori diffuso, un petit patrimoU ne composto di molte «piccole cose», nessuna delle quali particolarmente significativa sul piano artistico, nessuna unica, ma ognuna dotata di valore in quanto parte di una stona o di un complesso più vasto, con una ricchezza culturale legata a moltissimi aspetti immateriali. Questo richiedeva approcci nuovi, metodi interdisciplinari e me' no dualistici che nel passato, nei quali l'Uomo si considerasse insieme artefice e prc dotto della propria cultura. A questa necessità, di pratiche ma anche di mezzi innovativi, hanno corrisposto due fenomeni distinti, provenienti da ambiti differenti e che testimoniano appieno l'in' chnazione ohstica che caratterizza l'interesse per il patrimonio locale: la diffusione deb le pratiche di interpretazione culturale nei parchi e nelle aree protette e la creazione di nuovi modelli museali, maggiormente coinvolgenti nei confronti dell'ambiente natu' rale e dello spazio fisico e territoriale in cui è situato il museo. i parchi e l'interpretazione del patrimonio naturale Da molti anni i parchi non si limitano più alla protezione di determinate aree con spe' cifici habitat naturali, ma includono nella propria missione anche l'interpretazione di quelle aree. L'interpretazione è una pratica didattica e comunicativa che va oltre la semplice ob ferta di informazioni su fatti specifici. L'obiettivo è trasmettere significati sui luoghi visitati, sottolineandone gli aspetti non visibili e soprattutto le reti di relazioni che le' gano fra loro i singoli aspetti, attraverso l'uso di oggetti materiali o anche di aspetti na' turali, come dettagli paesaggistici e ambientali. Le metodologie prevedono l'uso di sen' tieri e percorsi autoguidati o condotti da animatori o guide, attori o figuranti, giochi, segnaletica dedicata, pannelli espositivi, proiezione di diapositive o di brevi filmati. Questo fenomeno, dopo le prime esperienze canadesi degli anni venti, si è diffuso in Australia e poi in tutto il mondo negli anni sessanta e ha subito una rilevante acce' lerazione negli ultimi dieci anni. La crescita della domanda e la diversificazione del pubblico negli anni sessanta e settanta contribuiscono in modo significativo alla ere' scita delle esperienze di interpretazione. Nascono i Centri visita, ispirati fin dall'inizio a due modelli: i servizi per il pub' blico dei grandi musei e delle biblioteche anglosassoni e i centri informativi e orienta' 9