Il patrimonio locale a cura di maurizio maggi Beni, siti, patrimonio Il concetto di patrimonio come bene pubblico collettivo ha una data di nascita in par' te simbolica e in parte reale. È durante la Rivoluzione francese infatti che vengono prc mulgati i primi provvedimenti di salvaguardia di monumenti e palazzi storici. Se avessimo chiesto una definizione di patrimonio culturale a un uomo di quei tem' pi, la risposta sarebbe stata un lungo elenco di singoli beni, di statue o quadri di gran' di artisti, di oggetti preziosi e rari, come gioielli e ornamenti appartenuti a qualche se vrano. Il patrimonio era, insomma, in analogia con il linguaggio quotidiano, un in' sieme di beni materiali1 e la cultura, anche se da proteggere nell'interesse di tutti, era naturalmente quella dei gruppi e degli individui più in vista nella società. Oggi il patrimonio culturale non è più considerato solo un insieme di beni pum tuali, magari appartenuti a personaggi famosi o realizzati a opera di artisti geniali. Si è trattato di una trasformazione che ha richiesto oltre un secolo. Dapprima, ab l'incirca nella seconda metà dell'Ottocento, più o meno all'epoca delle grandi esposi' zioru universali, si è realizzata l'inclusione degli oggetti «popolari» nella categoria dei reperti della museografia «alta»2. In questo modo le tradizioni, l'architettura regiona' le, i costumi locali e gli aspetti curiosi della vita quotidiana della gente comune si sono affiancati, nel ruolo di testimonianza del passato, ai reperti aulici e con pari dignità. Presto però questo approccio, che rifletteva il timore che la galoppante industria' lizzazione e modernizzazione cancellasse le tracce del passato, ha abbandonato la ri' cerca del «curioso» per includere anche il «quotidiano». L'attenzione si è allargata quindi a un vasto ventaglio di testimonianze materiali: elementi architettonici come edifici tipici di particolari luoghi, pozzi, cancelli e recinzioni, pietre confinarie, seb ciati, lapidi storiche, scritte tradizionali, ma anche elementi dell'edificato industriale e produttivo, come camini, forni per la calce, ghiacciaie, mulattiere, carrettiere, canali, punti di estrazione di minerali, mulini, miniere, fucine e locali di fabbricazione delle botti, modificazioni ambientali ed elementi del paesaggio costruito, come terrazza' menti, canali irrigui, belvedere, sentieri interpoderali e fratturi. Sotto la minaccia della pressione urbana, che comprime lo spazio attorno ai beni culturali, benché catalogati e protetti, anche lo spazio fisico che li circonda viene prò' gressivamente preso in considerazione'. Si comincia a parlare di siti culturali, cui viene 7