tradizionale committente, e riuscire a produrre per il mercato extrapiemontese, o, per altro verso, per l’impresa medio-piccola, sostenendone la riqualificazione. La politica industriale può contare su risorse non trascurabili, ma deve superare le incentivazioni indifferenziate e concentrarsi sui programmi innovativi o sui fattori competitivi trasversali. Sfida competitiva: le imprese devono potenziare ulteriormente la capacità di iniziativa internazionale, alleggerire le funzioni operative a vantaggio di quelle organizzative e di conoscenza, riprendere la via dell’aumento di produttività La sfida demografica Già nei prossimi anni la carenza delle risorse umane in età di lavoro inizierà a farsi sentire. Anzi, già sta premendo sull’offerta di manodopera. Negli anni scorsi ha potuto essere più che compensata dell’aumento dei tassi di IL PIEMONTE: I SEGNI PIÙ IL PIEMONTE: I SEGNI MENO Livello del reddito per abitante Dinamica recente del reddito per abitante Consumo di cultura Livelli di scolarizzazione Crescita dell’occupazione Dinamica della produttività Migliore utilizzazione delle risorse umane presenti Risorse umane endogene in progressiva contrazione Potenziale di ricerca, innovazione, servizi alle imprese Crisi di alcuni pilastri del sistema produttivo regionale Buon livello di apertura internazionale dell’economia regionale Rischio di colonizzazione di settori produttivi importanti Maggiore identità e coesione territoriale dei sistemi locali Spiazzamento rispetto alle dinamiche della globalizzazione Riavvio dei processi di infrastrutturazione Lentezza di realizzazione delle infrastrutture strategiche Decentramento politico-istituzionale e nuove esperienze di governance partecipata Farraginosità e scarsa efficienza della nuova architettura dei poteri territoriali I N F O R M A I R E S , A N N O SCENARI accedere alle tecnologie di punta (e alle scale operative globali che le contraddistinguono), mentre risulta imprevedibilmente facile ad alcune economie asiatiche raggiungere adeguati livelli di qualità nei manufatti tessili o meccanici. Per fronteggiare questa situazione il Piemonte ha una sola strada: deve fare ogni sforzo per allinearsi rapidamente alle economie più avanzate. Le imprese devono potenziare la loro capacità di iniziativa internazionale (non solo export, ma investimento all’estero e governo delle forniture in aree a basso costo). Devono alleggerire le funzioni operative a vantaggio di quelle organizzative e di conoscenza. Devono riprendere la via dell’aumento di produttività: attraverso la riorganizzazione d’impresa (non solo dei processi e dei prodotti, ma anche della finanza, della logistica, della gestione del capitale umano), e attraverso il passaggio a funzioni o attività a maggior valore aggiunto. Per far ciò, in molti casi, devono crescere di dimensione. I comparti di ricerca, software, consulenze manageriali sono un tradizionale punto di forza del Piemonte, e si sono ancora ampliati tra il 1995 e i primi anni del presente decennio. Hanno però un difetto: sono nati per prestare servizi “su misura” per la grande impresa manifatturiera regionale, e oggi devono affrancarsi dal loro X V I , N . 2 8 , M A G G I O 2 0 0 5 7