COMPETENZE PER TUTTA LA VITA 10 che innalzare le rette dell’istruzione universitaria sarebbe ingiusto e socialmente iniquo. Ma negli stessi paesi, dove l’equità richiederebbe un servizio gratuito, la scuola materna e quella primaria sono spesso a pagamento. Anche gli insegnanti devono imparare I sistemi educativi europei si possono considerare un’industria della conoscenza in quanto si occupano proprio della sua trasmissione. Tuttavia, essi sono ben lontani dal rappresentare un’industria della conoscenza quando non consentono la propria trasformazione a seguito delle conoscenze derivanti dalla propria attività. In altri ambiti professionali si accetta l’idea che la professione possa trasformarsi a seguito di attività di ricerca e dell’acquisizione di nuove conoscenze. Apparentemente non è questo il caso della scuola. Naturalmente esiste un consistente corpus di conoscenza e ricerca riguardo ai processi educativi, ma molto di questo materiale non riguarda i processi educativi reali che sono al centro della scuola o dell’università. Direttive centralistiche riguardo a ciò che gli insegnanti debbono fare – tuttora la prassi nella scuola europea – non possono aggiornare il ruolo dell’insegnante quanto l’impegno professionale nella ricerca empirica. Costruire tale conoscenza scientifica per migliorare la prassi è la strada migliore per innalzare il rendimento della scuola piuttosto che cercare ricette all’estero, anche se per i paesi più in difficoltà ciò può essere utile. D’altro canto, nel secolo scorso i paesi europei che hanno cercato di difendere i propri sistemi, la propria cultura e le proprie tradizioni dal resto del mondo sono rimasti indietro. Ciò significa che l’Europa dovrà trovare la propria strada per il miglioramento: l’elemento chiave per riuscire in questo saranno persone con un alto livello di competenza, capacità e motivazione a impegnarsi in un processo di apprendimento continuo. Le università europee riusciranno a recuperare prestigio se a livello statale si riusciranno a creare e sviluppare istituzioni di qualità libere di rispondere agli stimoli esterni e con la consapevolezza della loro responsabilità sociale. L’Europa deve garantire che lo sviluppo I N F O R M A I R E S , A N N O X V I I , N . dell’istruzione universitaria venga gestito in modo da assicurare il più ampio accesso e l’innalzamento della qualità. Inoltre, è necessario sviluppare politiche di sostegno finanziario per mobilitare risorse pubbliche e private in modo più coerente con i benefici pubblici e sociali prodotti. Opportune tecniche manageriali dovranno essere dispiegate per assicurare le necessarie risorse finanziarie a lungo termine e per garantire il rispetto dei necessari criteri di efficienza. Infine, il sistema universitario dovrà essere governato da organi in grado di riflettere più equilibratamente uno spettro di stakeholders che non siano la sola comunità accademica. In Europa in molti ambiti professionali si accetta l’idea che la professione possa trasformarsi a seguito di attività di ricerca e dell’acquisizione di nuove conoscenze; ciò fatica ad affermarsi nel caso della scuola Qualcuno sostiene che dare più libertà alle scuole possa tradursi in un rischio di maggiori disparità nei risultati. È un rischio, ma l’evidenza empirica mostra che tali inconvenienti possono essere limitati. La Finlandia, pur offrendo grande autonomia, riesce a contenere le differenze di risultati tra le scuole entro il 5% delle differenze complessive nelle prestazioni degli studenti. I genitori possono così contare su standard elevati e omogenei nell’insieme del sistema scolastico. All’opposto, alcuni dei sistemi più centralizzati soffrono delle maggiori differenze di performance. Questo significa che uguaglianza di input alle scuole non si traduce automaticamente in uguaglianza di risultati. Oggi l’equità deve essere misurata in base ai risultati. E la mobilità sociale? Questo è forse il risultato più insoddisfacente dei sistemi educativi europei. Molti di essi 3 2 , D I C E M B R E 2 0 0 6