Andamento dei debiti verso fornitori e dei crediti verso clienti
nelle 200 maggiori imprese industriali
                                                                                                 TABELLA F.85
(milioni di lire)
                       1957    1958    1959    I960     1961      1962      1963 
         Fornitori  426.148 426.404 486.772 535.812  682.374   840.307 1.034.893 
 Indice base fissa      100     100     114     137      160       197       243 
Indice base mobile      100     100     114     120      116       123       123 
           Clienti  631.273 666.132 779.112 867.337  997.267 1,073.981 1.292.431 
 Indice base fissa      100     106     123     137      158       170       205 
Indice base mobile      100     106     117     111      115       108       120 
sempre superato    i debiti e come  tale scarto si  sia però attenuato nel       
periodo, soprattutto a partire dal 1961 (Tab. F.85).
     Negli anni in cui sono sorte difficoltà nella raccolta dei fondi ed è aumentato notevolmente il costo del denaro, le imprese industriali italiane hanno cercato di accentuare il ricorso ai credito dei fornitori, senza concedere a loro volta nuove dilazioni di pagamento alla propria clientela. L'attivazione del capitale mediante l’allungamento dei termini di pagamento delie forniture dà luogo però a disponibilità finanziarie di natura temporanea e spesso effimera, destinate a sparire o quanto meno ad attenuarsi quando Io stesso processo finirà con l’estendersi a tutte le imprese (13). Tuttavia questo processo di annullamento avviene con un certo ritardo, come dimostrano i dati esaminati.
nlmenti vanno commisurati alle necessità non solo tecnologiche ma, altresì, economiche del processo produttivo mentre le vendite vengono realizzate in un futuro più o meno lontano e, non di rado, in condizioni diverse da quelle ipotizzate al momento della formazione dei piani di produzione. Le manifestazioni del credito mercantile, pertanto, debbono essere considerate su piani nettamente distinti: rifornimento da un lato, vendite dall’altro », C. Merlane op. cit., p. 67.
      (13)       « Il denaro scarso e caro spinge le imprese ad allungare quanto più è possibile i termini di pagamento verso i fornitori, nell'illusione di costituirsi così delle disponibilità gratuite o semigratuite... Tale economia è reale (...) per l’azienda cliente, ma si traduce In maggior costo (di importo pari all’economia realizzata dalla prima) per l'azienda fornitrice, se a sua volta questa non riuscirà a rivalersi sui suoi fornitori. In ultima analisi, avremo un primo anello della catena che gode del vantaggio, un certo numero di anelli intermedi che annullano il maggior onere finanziario scaricandolo sulle spalle del successivo, e finalmente un ultimo anello, che sopporterà il costo dell'allungamento... Così tutta l’operazione finisce in nulla, tranne che per il consumatore ultimo, che pagherà ad un prezzo più alto il prodotto finito », F. M. Pacces, « Il finanziamento delle società », in « Atti della Commissione Parlamentare di inchiesta sui limiti posti alla concorrenza nel campo economico ». Servizio studi legislazione e inchieste parlamentari, Roma, 1965, voi. VI, pp. 142-143.
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