realtà non soltanto i bilanci, ma soprattutto la grandezza dell'utile lordo e dei flussi interni di finanziamento. Esse sono state rese possibili dall'analisi attenta di una serie di situazioni finanziarie ed economiche e dei documenti extracontabili relativi ad un lungo periodo di tempo. Le alterazioni descritte vengono infatti difficilmente occultate all'amministrazione finanziaria, alla quale anzi sono le stesse società a denunciare, in sede di dichiarazione annuale dei redditi, gli importi accantonati a riserva o a fondi rischi. Inoltre, non di rado, le imprese mettono in evidenza tali fenomeni, sia pure con un certo ritardo e a volte soltanto nella relazione del consiglio di amministrazione all'assemblea, senza cioè modificare le cifre di bilancio.
    Altre correzioni hanno dovuto essere apportate quando, nel corso del periodo osservato, le imprese hanno operato rivalutazioni monetarie di determinati cespiti attivi. Le conseguenze di tali operazioni, dalle quali non deriva alcun flusso reale di investimento e di finanziamento, hanno dovuto essere eliminate dai dati elaborati. Si è perciò estesa la rivalutazione a tutti gli esercizi precedenti fino all’anno base, aumentando all’attivo la voce cui la variazione si riferisce e al passivo i fondi monetari. In tal modo è stato annullato l'effetto della rivalutazione sull’ammontare delle grandezze flusso.
    Con le operazioni di riclassificazione descritte si è compilata, nei moduli predisposti, la prima colonna dell'attivo e del passivo. I bilanci così redatti si scostano in misura a volte rilevante da quelli originali, e costituiscono un primo efficace avvicinamento alle situazioni reali delle 200 imprese studiate.
    Sostanzialmente però le operazioni di cui si è detto sono riconducibili a riclassificazioni e spostamenti di natura contabile e non toccano ancora quei fenomeni di sottovalutazione o di occultamento delle grandezze effettive di molte poste dei bilanci ufficiali.
2.  RETTIFICA DEI VALORI DI BILANCIO
    La correzione degli occultamenti ha comportato per ogni società e per ogni esercizio ia rettifica, all'attivo, delle voci relative agli impianti, al magazzino e alle partecipazioni; al passivo, delle voci riguardanti le riserve e l'utile di esercizio.
    La quasi totalità delle imprese considerate, sia pure in misura diversa, ha alterato i bilanci ufficiali, ha imputato al conto economico costi di fattori ad utilità ripetuta anziché iscriverli nelle voci attive dello stato patrimoniale, ha aumentato le voci di costo in modo artificioso, creando uno squilibrio tra i fattori produttivi apparentemente utilizzati e la quantità prodotta, ha sottovalutato l'ammontare del magazzino e delle partecipazioni, riducendo in tal modo l'utile d’esercizio.
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