Ricordo di Walter Santagata Economia, cultura, società: Walter Santagata scienziato sociale Walter Santagata Economia, cultura, società: Walter Santagata scienziato sociale Arnaldo Bagnasco In un’occasione come questa, si avverte una responsabilità particolare nel ricordare, per sé e per gli altri, un amico; ma si potrebbe aggiungere per me un motivo di disagio perché Walter Santagata era un economista, e possono dunque con cognizione di causa parlare gli economisti, che del resto lo faranno in questi giorni. Io sono un sociologo: perché, allora, l’economista Santagata riesce a non farmi sentire a disagio per questo secondo motivo? Le scienze sociali si portano dietro, dal loro inizio, una specie di peccato originale: la separazione di discipline diverse. Era una separazione necessaria, per radicarsi come scienze e crescere, ma la ferita rimane. I migliori specialisti di ogni disciplina la avvertono, e sentono la necessità di stabilire passerelle che mettano in comunicazione territori divisi. Chi si pone questo problema, se lo fa con preciso radicamento nella propria specialità disciplinare, ma anche senza paura di aprirsi ed esporsi verso le altre, in modo da contribuire così a comuni vantaggi, è, nel senso più pieno del termine, uno scienziato sociale. In questo senso Santagata era uno scienziato sociale, e per questo mi fa sentire non del tutto fuori posto. Vorrei ora mettere in conto due altre linee di frattura, presenti questa volta all’interno delle diverse discipline. La prima è la separazione fra teoria e ricerca. Un sociologo inglese, John Goldthorpe ne ha parlato di recente come dello scandalo della sociologia contemporanea, ma la denuncia non vale solo per la sociologia. Una teoria chiusa a riflettere su se stessa è debole quanto lo è una ricerca empirica non orientata da una teoria con la quale è sempre in interazione. Santagata lo sapeva bene, era un buon teorico e un buon ricercatore. La seconda linea di frattura è la separazione fra analisi scientifica e pratica sociale. In altri termini, è la separazione fra analisi scientifica e interesse per le sue conseguenze sociali e le possibili applicazioni in politiche efficaci, da costruire eventualmente anche insieme ai decisori. Di nuovo, si corrono per questo dei rischi e si tratta di trovare equilibri, a volte difficili: Santagata sapeva misurarsi con tali questioni, direi che lo facesse non solo con professionalità e rigore, ma con ottimismo e con un particolare spirito insieme combattivo e costruttivo. Sono qualità che applicava con impegnativi interventi in ambito internazionale, e che alimentava e sperimentava anche nella sua attività didattica, che non considerava altra cosa ma parte integrante del suo progetto scientifico e di impegno pratico. Oltre ai corsi universitari, ricordiamo il Master attivato da anni in ambito Unesco, presso il BIT, e gli ulteriori sviluppi orien- I N F O R M A I R E S , A N N O X X V I , N . 4 7 , P P . Gli effetti della crisi sulla finanza decentrata: un inquadramento On the Fiscal Condition of U.S. Cities La finanza locale negli anni della crisi Innovazioni nelle tariffe dei servizi sociali Area metropolitana torinese: l’esigenza di una politica fiscale sovracomunale? La spesa sanitaria è sotto controllo: ma le differenze tra le ASL richiedono attenzione I piemontesi sono di nuovo ottimisti? La mappatura delle Organizzazioni Non Profit in Piemonte www. PolitichePiemonte.it Mediato3 – Aggiornamenti professionali in materia di immigrazione La salute del sistema manifatturiero regionale attraverso i bilanci delle società di capitale Comunicare la ricerca ai decisori: una questione da ridefinire Convegni, seminari, incontri Pubblicazioni 7 - 1 2 7