assunte dalla Lega (5); così per la legge sugli infortuni del lavoro (6), per quella sulla Cassa di maternità (7) ed ancora per quella sui minori, a proposito delle restrizioni che vi si volevano ad un certo momento introdurre, vietando il lavoro notturno a quanti non avessero compiuto il diciottesimo anno. Olivetti vi si oppose in sede di Consiglio superiore del lavoro, di cui faceva parte, ironizzando sulla « creazione di fanciul-loni fino alla tenera età di diciotto anni, in un paese meridionale come il nostro dove si può essere soldati a 17 », e deplorando ancora una volta la vacua astrattezza del legislatore, che intendeva risolvere il problema dell’analfabetismo vietandolo per legge (8).
    Tutte queste componenti consentivano poi a Bonnefon Craponne di puntualizzare l’atteggiamento della Lega e della Confederazione dell'industria in merito alla legislazione sociale e sui lavoro. Egli riteneva che la legislazione sociale tedesca, a cui quella italiana si ispirava, originasse da un concetto essenzialmente politico, degno della realpolitik bismarkiana: esautorare le istanze della socialdemocrazia e nello stesso tempo rafforzare lo Stato, che « in Germania è tutto », estendendo la sua ingerenza nell’economia. Così, i progetti della legislazione sociale furono fondati sul principio dell’obbligatorietà, ed informati a quello secondo cui tutto ciò che costituisse rischio dei lavoro industriale, tutti i danni che ai lavoratori ne potessero derivare, dovevano ricadere sugli imprenditori. Però, lo Stato etico tedesco, accanto aH'obbligo addossato all’industria di porre gli operai in condizioni di sicurezza nell'esplicazione della loro attività lavorativa, si proponeva anche di educare in essi una coscienza « previdenziale », sia chiamandoli a partecipare alla costituzione dei fondi destinati ad alimentare i vari sistemi di assicurazione, sia escludendo da questa i piccoli rischi, cui ognuno doveva far fronte con i propri mezzi. Invece
    « l'esempio tedesco si è voluto da noi malamente imitare... In Italia, quei miseri esempi di legislazione sociale che abbiamo avuto e che stiamo per avere non contengono caratteri educativi... Per esempio, l'assicurazione infortuni ha dato luogo a tutta una serie di casi più o meno deplorevoli e dolorosi, anzi ha dato luogo al sorgere di una nuova industria, che non può essere certo rappresentata in questa Lega, l'industria degli infortuni...
    Dei resto, gli inconvenienti, gli abusi furono consacrati in inchieste ufficiali, ed in sentenze di magistrati, riconosciuti dallo stesso governo... ».
    Ed inoltre, a differenza di quanto accadeva in Germania, secondo Bonnefon Craponne, le organizzazioni sindacali italiane, « che avrebbero avuto con gli industriali l’interesse ad impedire gli abusi e le speculazioni rese possibili dalla legislazione sociale », e di collaborare ad una gestione oculata dei fondi, raramente se ne interessavano. Per la verità, questa accusa non appare del tutto giustificata: certo la CGL non prendeva l’iniziativa di perseguire casi di denuncie infondate di infortunio, o simili, da parte di singoli lavoratori; tuttavia, le questioni previdenziali ed assistenziali erano accuratamente seguite, anche nelle loro espressioni contabili e di bilancio, da « La Confederazione del
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