quanto quella di 70.000 milioni di fatturato; esporta più del 70% del fatturato l’impresa di piccola e media dimensione più della grande, ma questa tendenza ha subito qualche rallentamento col passare del tempo mentre l’impresa grande, che non ha mai esportato più del 60% del fatturato tende a consolidare la sua posizione e a migliorarla sia aumentando il fatturato sia aumentando le esportazioni, probabilmente attraverso moderne politiche di marketing. IIA Fase Per raggiungere la seconda parte dei nostri obiettivi, cioè conoscere le “modalità di gestione delle esportazioni” nel corso del 1976 si è avviata una indagine qualitativa rivolta alle stesse imprese considerate nel paniere. Più precisamente, alle imprese e ai gruppi che esportano (331 nel loro complesso) è stato inviato un questionario molto vasto (diretto all’alta direzione e ai responsabili della commercializzazione dei prodotti all’estero) formato da più di 55 domande che, partendo dall’analisi della “storia delle esportazioni” nell’impresa, si propone via via di mettere in luce le politiche di marketing che le hanno accompagnate e l’orientamento di fondo che condiziona le strategie di sviluppo o di sopravvivenza di ciascuna impresa. Il questionario ha anche lo scopo di mettere in evidenza, fra l’altro, quali sono i vincoli e i rischi maggiori che le imprese hanno incontrato affrontando i mercati esteri, quali effetti ha prodotto la creazione del mercato comune, quali altre iniziative dovrebbero essere adottate in Italia per agevolare le esportazioni, quali sono state le conseguenze più evidenti della crisi energetica, e di raccogliere giudizi sulle forme associative per l’esportazione. La complessità del questionario e la non minore complessità delle attività svolte dalle imprese esportatrici considerate (e a maggior ragione, dai gruppi) in alcuni casi non hanno permesso 51