avanzati, una importanza superiore a quella denunciata dal suo peso statistico. Così mentre i principali parametri economico-statistici di lettura del settore (fatturato, valore aggiunto, numero degli addetti) si presentano oggettivamente limitati, esso assume all’interno della nostra economia un rilevante peso strategico, in quanto collegato direttamente al livello di sviluppo industriale del Paese. Nei confronti di quest’ultimo il settore si presenta come elemento propulsore di innovazione e miglioramento tecnologico e si inserisce in modo attivo nei processi di automazione e meccanizzazione oggi in atto nelle imprese industriali italiane, legati sia a momenti di sviluppo, con l’obiettivo di maggiori economie di scala, che a processi di sostituzione del fattore capitale al fattore lavoro, nel tentativo di diminuire l’elevata rigidità gestionale di quest’ultimo. D’altro canto l’ampiezza della domanda di macchine utensili se si presenta come utile indicatore del grado di evoluzione del sistema economico nel suo complesso rappresenta anche un ottimo indice congiunturale; sotto il primo profilo spiega con quale ritmo le imprese utenti procedono al rinnovamento e sostituzione dei loro impianti; il secondo aspetto lega invece la domanda di macchine utensili, in quanto investimenti, alle prospettive economiche del paese; una domanda in declino ad esempio può essere indice di una previsione futura debole o incerta che scoraggi o non renda conveniente l’investimento, anche di fronte a macchinari tecnologicamente avanzati. I dati del 1977 sottolineano come in termini di fatturato il settore macchine utensili copra solamente l’1,46% del totale industrie, 1’ 1,67% delle manifatturiere ed il 7,23% delle meccaniche, mentre il suo valore aggiunto rappresenti solo l’1,87% dell’insieme delle industrie, il 2,25% delle manifatturiere e il 7,45% delle meccaniche (vedi tabella 3). Tali pesi appaiono relativamente limitati anche per quel che concerne il numero degli addetti che assorbe il 1,76% del totale degli occupati dell’industria, il 2,04% dei dipendenti del settore manifatturiero ed il 7,09% di quello meccanico (vedi tabella 4). 10