mento, stabili sì, ma non irreversibili: rispetto alle integrazioni totali le joint ventures offrono una indubbia maggiore elasticità e consentono l’associazione con altre imprese limitatamente ad alcune particolari attività.
    In una simile ottica, i vantaggi “specifici” che i singoli partners possono cogliere associandosi in joint-venture sono da un lato la limitazione dello sforzo (finanziario, tecnologico, di mercato, ecc.) loro richiesto quando l’impegno complessivo connesso ad un dato investimento sia nettamente sproporzionato alle dimensioni delle singole imprese (17), dall’altro, la riduzione delle perdite in caso di insuccesso.
    In entrambi i casi ne risulta il superamento di possibili barriere all’entrata, con effetti tendenzialmente positivi sul livello di competitività dei mercati (P. Mariti, R. H. Smiley, 1982).
    Generalmente i diversi tipi di vantaggi (sia generici sia specifici) coesistono e spingono contemporaneamente le imprese ad associarsi in joint-venture (18).
2.2. L’esperienza dei gruppi pubblici italiani
    In generale, l’associazione di imprese pubbliche con altri gruppi esterni può essere motivata da opportunità di sviluppo o di ristrutturazione (19).
    (17)     Ciò si verifica quando la dimensione ottima minima di un unità fornitrice supera di molto il fabbisogno di un’unica impresa (es. produzioni di motori per imprese automobilistiche, attività di ricerca e progettazione, ecc.).
    (18)     I vantaggi elencati assumono un’importanza del tutto particolare sul piano intemazionale, dove sono spesso decisive le sinergie che si possono creare tra le imprese estere e quelle locali, per esempio per quello che riguarda le tecnologie da una parte e la conoscenza dei mercati (reali e finanziari) dall’altra. Senza contare i vincoli istituzionali che spesso i governi di certi paesi, specialmente di quelli dell’Est o in via di sviluppo, pongono agli investimenti diretti all’estero, subordinando questi ultimi alla partecipazione, paritetica e maggioritaria di un’impresa locale o dello Stato stesso.
    (19)     Afferma P. Saraceno (1975, p. 91) che la formula associativa permette al sistema delle partecipazioni statali “di arricchire con forze esterne il management di cui dispone e può essere utilizzata a quattro fini diversi: a) entrare in settori nuovi;
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