essi subiscono lunghi percorsi di distribuzione, manipolazioni chimiche per ritardarne o accelerarne la maturazione, sicché le loro caratteristiche ne vengono impoverite. Ciò porta un numero crescente di consumatori, soprattutto nei paesi sviluppati, a ritenere che tutti i prodotti alimentari sono fortemente oggetto di manipolazione, e che così stando le cose è meglio affidarsi ai canali produttivi e distributivi trasparenti, nei quali ogni operazione della catena che porta il cibo fino al consumatore è effettuato da un operatore fornito di un marchio commerciale “visibile”. Questa evoluzione di atteggiamento è gravida di enormi conseguenze verso la struttura dell’industria, e implica lo sviluppo di grandi gruppi operanti con marchi visibilmente collegati in diverse tipologie alimentari. Ma un altro elemento ha potentemente contribuito a modificare il substrato dell'industria agroalimentare, ed è il cambiamento dei valori presso i consumatori. Il cibo tradizionale ha meno importanza di un tempo, anche per la crescente difficoltà di realizzare una cucina realmente tradizionale. Inoltre il lento ma sostanziale maturare del problema femminile sta togliendo spazio proprio alla radice della domanda di cucina tradizionale, che presuppone 1’esistenza di persone che abbiano cultura e tempo sufficienti per realizzarla. La domanda di cucina non tradizionale, nelle sue varie forme, dai cibi conservati a quelli pre-cucinati, si espande, mentre è cresciuta rapidissimamente negli ultimi anni l’attenzione dei consumatori verso i valori nutrizionali dei cibi. Dove queste tendenze si manifestano, si verifica un tracollo per le strutture agroalimentari tradizionali: il consumatore" vuole cibi diversi, e quando li desidera tradizionali esige una garanzia, circa le loro reali caratteristiche, che la maggior parte delle strutture produttive e distributive di vecchia concezione non può offrire. I nuovi elementi citati hanno gettato una luce completamente diversa sul settore alimentare. Ci si è accorti che se è vero che i ricchi non mangiano di più, è anche vero che il cibo è l’unico