risposte meno enfatiche circa la contraddizione esistente di fatto tra i principi spesso solo enunciati sulla tematica ambientale e i comportamenti poi adottati. E in quest'ottica che si è mosso all'inizio del 1990 un gruppo di ricerca del CERIS, di cui la scrivente fa parte, attorno ad un nuovo progetto sulle "Tecnologie Pulite nell'industria in Italia", nato da una felice intuizione della dott. Marisa Gerbi Sethi. Lo studio esamina il ricorso a nuove tecnologie, più pulite, o la conversione di tecnologie già esistenti e considerate a rischio per l'uomo. Scopo del lavoro che seguirà è quello di abbozzare alcuni aspetti, di mercato, legati alla sicurezza del lavoro, normativi, nonché di evidenziare le possibili ricadute di carattere tecnologico, derivanti dall'introduzione di nuovi prodotti, sostitutivi di un materiale - /'amianto - finito ultimamente sul banco degli accusati per la sua pericolosità. L'esplorazione iniziale metterà in risalto alcuni momenti storici nonché le caratteristiche merceologiche dell'asbesto; riferirà delle problematiche legate alla salute dell'uomo mediante la trattazione di alcune indagini epidemiologiche condotte sull'argomento mentre un breve spazio sarà dedicato alla normativa vigente, nel nostro Paese e nella CEE. L'analisi proseguirà attraverso una panoramica geografica mondiale del minerale (ubicazione delle miniere e censimento dei paesi che si collocano in questo scenario), delle tipologie d'uso dell'amianto, focalizzando l'attenzione sul settore del fibro-cemen-to, che da solo assorbe oltre il 70% del mercato, e dei materiali d'attrito la cui quota si attesta sul 10%. La valutazione dei materiali asbestos-free evidenzierà gli sforzi compiuti a tutt'oggi in alcuni settori alla ricerca di nuove soluzioni eco-compatibili e tesi a sostituire l'amianto con altri l'utilizzazione razionale delle risorse, delle materie prime e dell'energia" (Ministère de l'Environnement, Francia, 1989). - "Una tecnologia pulita è definita come quella che fornisce la massima produzione con il minimo consumo di materie prime, energia ed altre risorse come l'acqua, e con la minima immissione nell'ambiente di residui di lavorazione" (Ministero dell'Ambiente, Italia, 1989). 57