tivi del lavoro) derivanti da differenze nei fabbisogni unitari di manodopera richiesti dalla tecnica produttiva, i quali, a loro volta, determinano i prezzi relativi in autarchia (2). Su queste basi, la teoria prevede che ciascun paese si specializzerà nella produzione (e nell'esportazione) del bene in cui ha il vantaggio relativo (costo comparato) maggiore (minore).
Nella terminologia corrente, l'accento sulle differenze tra i fabbisogni unitari di lavoro impliciti nelle tecniche produttive richiama il concetto di differenziale tecnologico tra paesi; non a caso in campo applicato una delle procedure più diffuse per sottoporre a verifica la teoria o, alternativamente, per individuare le determinanti dei vantaggi comparati consiste nello spiegare le differenze tra paesi sulla base delle rispettive produttività del lavoro nei vari settori (si veda, tra gli altri, Balassa [1963]).
2.2 Heckscher-Ohlin
La teoria H-O è più complessa perché, oltre ad essere basata su un numero maggiore di ipotesi restrittive che derivano in parte dall'assunto della concorrenza perfetta, pone l'accento sulle differenze delle dotazioni di fattori tra i paesi. Come è noto la teoria predice che i paesi tenderanno ad esportare quei beni la cui produzione richiede un impiego relativamente più intenso del fattore di cui il paese ha una dotazione relativa più abbondante. La maggiore complessità deriva dal fatto che, sottostante la spiegazione del pattern degli scambi, vi è una triplice
(2) Dati due paesi e due prodotti, il costo comparato può essere definito come il rapporto tra i costi (unitari) assoluti dei due beni nel medesimo paese, oppure come il rapporto tra i costi (unitari) assoluti della medesima merce nei due paesi (Gandolfo [1978]).
Bea