Merendine Quello delle merendine è un mercato in continua espansione, principalmente perché questo prodotto essendo un tempo destinato quasi esclusivamente alla popolazione di età scolare registrava una consistente differenza territoriale e temporale (oscillazioni stagionali). In base ad alcune rilevazioni dell'associazione di categoria è emerso che il consumo si concentrava principalmente nei periodi scolastici con punte massime in autunno e una riduzione di circa un terzo nei mesi estivi. Di recente, questo fenomeno si è leggermente attenuato poiché, a seguito di innovazioni di prodotto, rivolte a soddisfare le tendenze e le preferenze di alcune fasce di consumatori, il consumo del prodotto si sta diffondendo fra le persone adulte, con prospettive di mercato alquanto positive. La conquista di questa fascia di consumatori sembra sia dovuto principalmente a due fattori: la tendenza delle imprese a garantire la continua rotazione delle scorte e con un limitato utilizzo di conservanti, ai quali il consumatore è divenuto più sensibile; in secondo luogo perché sono stati immessi sul mercato dei prodotti che soddisfano le esigenze di natura dietetica e l'immediata gratificazione delle aspettative dalle persone adulte. La diffusione delle merendine fra le persone adulte è stata facilitata anche dal cambiamento delle abitudini alimentari avvenute in questi ultimi anni che tendono a privilegiare il consumo nell'arco della giornata di alcuni pasti brevi in alternativa ai due pasti tradizionali. Tuttavia, ancora la parte più consistente della domanda è rappresentata dai giovani in età scolare (60%). Nel 1992 la domanda delle sole brioches ha raggiunto le 138 mila tonnellate (pari a circa 2.4 kg pro-capite) per un valore in termini correnti vicino ai 1.200 miliardi. L'evoluzione del consumo di questo prodotto, comprendente la parte consumata negli esercizi pubblici (bar, tavole calde...), dopo un primo periodo di crescita lenta, si stima che nell'arco degli ultimi tre anni abbia registrato un aumento di circa il 35% in termini quantitativi e del 60% in valori correnti (Tab. 11). 29